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Cronaca Ponte di Piave

Sottrae il bancomat di un anziano e preleva oltre duemila euro, a processo una 47enne

La donna avrebbe rubato la tessera postamat di un 86enne e fatto ripetute operazioni in sette giorni, tra il 1 e il 7 aprile del 2019. Ad incastrarla le video riprese delle telecamere di sorveglianza poste all'esterno degli sportelli bancari

Si sarebbe impossessata della sua tessera postmat e in sette giorni, dal 1 al 7 aprile del 2019, gli avrebbe "soffiato" la bellezza dei 2 mila e 500 euro. E' iniziato oggi, 20 giugno, il processo a M.E.B., una donna di 47 anni, accusata di furto e indebita utilizzo di bancomat o carte di credito. La vittima del "raggiro" è un uomo di 86 anni, residente a Ponte di Piave che, una volta accortosi dei prelievi, si sarebbe recato all'ufficio postale e lì avrebbe saputo che la somma mancante dal conto corrente risultava effettivamente prelevata. Ovviamente a sua insaputa.

Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Treviso, l'86enne aveva instaurato un amicizia con la donna, che è peraltro madre di tre figli, che lo aveva portato ad avere una certa confidenza con la 47enne, a cui faceva dei piaceri e che accompagnava quando M.E.B. doveva svolgere delle pratiche. Nella primavera del 2019 però il pensionato si accorge che dal conto corrente che aveva in posta mancano soldi, per l'esattezza 2.500 euro. E' una cifra che si fa sentire e quindi decide di andare alla sede della Posta per capire cosa sia successo.

Ma il funzionario gli dice che il denaro risulta regolarmente prelevato, indicando anche le date o l'ora delle operazioni bancomat, che in effetti destano qualche sospetto: le somme risultano infatti essere state prese più volte nello stesso giorno, da postazioni Atm diverse. Saranno le immagini delle telecamere di video controllo a far emergere la verità, immortalando la donna che avrebbe fatto i prelivi una volta conosciuto il codice della carta e che  sarebbe riuscita a sottrarre il bancomat all'anziano.

M.E.B, difesa dall'avvocato Luisa Osellame, sostiene invece che l'anziano "amico" sapeva benissimo delle operazioni e che solo in un secondo momento si sarebbe seccato per gli importi, sporgendo la denuncia. 

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