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Cronaca Susegana

Maxi sequestro di capi contraffatti nella Marca della Guardia di Finanza

Quasi 5mila tra giubbotti, maglioni, jeans, scarpe e accessori delle griffe più famose. Fatale ad un cittadino straniero un controllo stradale delle fialle gialle di Pordenone lungo la Pontebbana

Nell’ambito di un dispositivo di controllo del territorio teso alla repressione di traffici illeciti nella provincia, nello scorso weekend una pattuglia della Guardia di Finanza di Pordenone ha sottoposto a controllo una autovettura circolante lungo la statale Pontebbana. Insospettiti dal nervosismo mostrato dall’autista, un cittadino marocchino di circa 60 anni, senza nessun precedente, i militari hanno controllato l’autoveicolo e hanno trovato al suo interno 400 capi di abbigliamento contraffatti. Attraverso la Procura della Repubblica di Pordenone sono state immediatamente avviate le indagini, eseguendo una perquisizione a Susegana, nella limitrofa provincia trevigiana all'interno dell’abitazione del proprietario del mezzo, che ha permesso di individuare un magazzino dove venivano trovati e sequestrati ulteriori 4.500 capi contraffatti.

Il materiale posto sotto sequestro ammonta complessivamente a 4.900 pezzi, tra giubbotti, pantaloni, maglioni, borse e accessori tutti di noti brands commerciali (Armani Jeans, Burberry, Colmar, Dsquared2, Fred Perry, Harmont & Blaine, Lacoste, Levis, Liu Jo, Louis Vuitton, Moncler, Napapijiri, Stone Island, Woolrich). I prodotti palesavano una qualità di riproduzione elevata tali da renderli molto similari a quelli originali e la merce sequestrata, pertanto, si poneva particolarmente concorrenziale per il prezzo praticato. L’attività svolta permetteva altresì di accertare che la commercializzazione degli articoli contraffatti (completamente “a nero”) avveniva sostanzialmente “su ordinazione” con modalità comunicative perfezionate in programmi specifici presenti negli smartphone.

I pagamenti avvenivano in contanti all’atto della consegna dei prodotti o tramite ricariche di carte di credito prepagate. Il soggetto detentore della merce contraffatta è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Pordenone per i reati di cui agli articoli 473 (Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell'ingegno o di prodotti) e 648 (Ricettazione) del codice penale.

"Il risultato di servizio si inquadra nella “lotta” che la Guardia di Finanza -si legge in un comunicato delle fiamme gialle- svolge per limitare gli effetti distorsivi del fenomeno “contraffazione”, che sono molteplici e incidono su differenti interessi, pubblici e privati. Il mercato “sommerso” della contraffazione provoca, infatti, per le imprese un danno economico derivante dalle mancate vendite, dalla riduzione del fatturato, dalla perdita di immagine e di credibilità; un danno e/o un pericolo anche per il consumatore finale, connesso alla sicurezza intrinseca dei prodotti, in quanto viene svilita la funzione tipica del marchio, che è quella di garantire l’effettiva origine e genuinità di quanto acquistato".

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