Porcesso Barzan, parla la famiglia della vittima: «Due anni di processo non sono nulla di fronte alla nostra tragedia»
I parenti di Giuseppina Lo Brutto, in una nota, dicono di aspettarsi che « il giudice, con le motivazioni della sentenza emessa, chiarisca cosa è realmente avvenuto nell’auto l’istante prima dello scontro»
Dopo Dario Biglieri, il padre di Giorgia, la ragazza che aveva accusato il 25enne Christian Barzan di essersi lanciato volontariamente, il 7 giugno del 2019, contro la macchina di Giuseppina Lo Brutto, uccidendola, e che ha parlato di «giustizia a livello zero», arrivano oggi, venerdì 8 ottobre, anche le parole della famiglia della vittima.
«Restiamo in attesa - scrivono in una nota - di conoscere le motivazioni della sentenza per capire, finalmente, quali siano state le cause che hanno indotto Christian Barzan, che correva in maniera sconsiderata in un centro abitato, a scontrarsi con l’auto di Giuseppina Lo Brutto, uccidendola. Dopo due anni dall’incidente mortale, abbiamo il diritto di sapere quale sia stata la causa della repentina e violenta sterzata che ha provocato il mortale incidente e ci aspettiamo che il giudice, con le motivazioni della sentenza emessa, chiarisca cosa è realmente avvenuto nell’auto l’istante prima dello scontro».
«Risultano altresì incomprensibili - concludono - le reiterate dichiarazioni di soddisfazione della famiglia Barzan, che dimostra di non avere piena contezza dell’omicidio compiuto; due anni di sofferenza della Famiglia Barzan, non sono nulla a confronto della sofferenza patita da noi per la morte di Giuseppina Lo Brutto».