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Cronaca Preganziol

Racket della prostituzione, condannato a quattro anni boss latitante

Dopo quasi 10 anni si è arrivati alla lettura della sentenza nei confronti del 40enne Edmond Gjini e della 33enne romena Giorgianna Caprau, che è stata assolta. L'uomo sarebbe stato a capo di un'organizzazione che avrebbe controllato le "belle di notte" lungo il Terraglio

Quattro anni di carcere (in primo grado) per l'albanese 40enne Edomond Gjini (latitante all'estero), assoluzione per la romena 33enne Giorgianna Caprau. E' questa la sentenza emessa oggi, 10 gennaio,  dal Tribunale di Treviso, che scrive la parola fine a una vicenda giudiziaria durata quasi 10 anni e che vedeva i due accusati di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata al racket delle lucciole lungo il Terraglio a Preganziol.

Il procedimento era iniziato con lo stralcio delle posizioni di altri due imputati, Petrit Gjini, albanese di 30 anni e la romena Simona Mirabela Dragan, 24enne, giudicati in abbreviato dal gup Angelo Mascolo e condannati entrambi  entrambi a 5 anni e 4 mesi mentre Eduard Gjini, considerato a capo della banda con il fratello Edmond, aveva patteggiato 4 anni insieme a  Daniele Mastrella, 44 anni, condannata sempre con applicazione pena a un anno e 8 mesi.

Il gruppo guidato da Edmond Gjini (difeso dall'avvocato Fabio Crea, che ha annnuciato appello) era capace di gestire almeno una ventina di professioniste  che vendevano il proprio corpo lungo la Pontebbana e il Terraglio: ognuna di loro pagava poi una sorta di "affitto" della postazione, pari a circa  250 euro alla settimana. In cambio le "belle di notte" ottenevano protezione dall'organizzazione.

Al vertice c'era Edmon Gjini, per oltre un decennio  vero e proprio ras della gestione delle lucciole sul Terraglio: venne arrestato su ordine di custodia cautelare del tribunale di Venezia il 31 gennaio 2013 con l'obbligo di non fare ritorno in Italia per una durata di 10 anni. In realtà i suoi viaggi d'affari non sono mai finiti, come hanno documentato gli investigatori. A "tradirlo" è stata l'ex fidanzata, una donna di 43 anni che si è rivolta alla polizia per denunciare i metodi della banda: proprio Edmond, dopo averla lasciata, l'ha minacciata perché non riferisse alle forze dell'ordine dei suoi traffici. La 43enne, con coraggio, è riuscita anche a convincere alcune lucciole a parlare con la polizia e a fare terra bruciata attorno ai vertici dell'organizzazione.

In manette erano finiti quindi Eduard, il cugino  Petrit, fermato in un campo nomadi a Istrana. I "luogotenenti" del boss avevano il compito in particolare di garantire l'ordine e la protezione alle lucciole in caso di intromissioni di altre prostitute negli spazi gestiti dalla banda. A riscuotere il denaro era una ragazza romena, Dragan Simona Mirabela, fidanzata di un altro fratello della famiglia Gjini, Anton, e due italiani, Riccardo Ruggitello  e Daniele Mastrella. Nell'ambito dell'indagine la squadra mobile aveva perquisito anche l'hotel «Al Sole» di Preganziol: alcune stanze, hanno raccontato le prostitute, erano utilizzate dalla banda per garantire ai clienti incontri appartati e più comodi.
 

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