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Cronaca Preganziol

Millanta amicizie influenti, 60enne finisce alla sbarra

Renzo Bragato, pluripregiudicato residente a Preganziol, aveva promesso un aiutino a una ragazza che voleva entrare nell'Esercito dicendo di avere conoscenze fra i carabinieri

Mai fidarsi dei contatti di Facebook, soprattutto se l'aiuto, del tutto disinteressato, presume una "oliata" al solito amico dell'amico importante e influente. «Per me non voglio niente, mi basta trascorrere una giornata in tua compagnia» aggiunse il 60enne alla bella 26enne, che pare accettò. Ma la giovane, che desiderava entrare nell'Esercito, mancò due volte l'appuntamento con il ministero della Difesa. E di fronte ai commenti non prorio lusinghieri di lui, che era tornato alla carica sui social qualche mese dopo, ha deciso di denunciarlo.

E' di millantato credito che dovrà rispondere Renzo Bragato, pluripregiudicato residente a Preganziol, colpevole di aver "circuito" una donna, originaria del cosentino, che desiderava a tutti i costi entrare nell'esercito. Il 60enne così decise di millantare fantomatiche conoscenze presso dei non meglio identificati "Uffici dei Carabinieri" e attraverso queste di poter dare una mano alla giovane donna. La ragazza accetta ma prima di pagare vuole vedere il risultato. Che è molto deludente perchè viene scartata a causa di un tatuaggio che ha sul polso, che le ferree regole dell'arma proibiscono. «Ragazzate - si giustificò il 60enne - ma con l’aiuto del mio ex collega è cosa fatta. Ti ho detto che devi pagare, ma tu non mi ascolti....». Allora la 26enne presenta una seconda domanda ma questa volta non viene neppure chiamata per fare la visita preliminare.

A questo punto la storia sembrerebbe arrivata al capolinea ma Bragato dopo qualche tempo torna a farsi vivo su Facebook, inondando la bacheca della ragazza di commenti che sfociavano sul pesante. Ben 10 pagine che la giovane ha trascritto meticolosamente prima di andare dai carabinieri, quelli veri, a sporgere denuncia. Il procedimento era già passato per l'udienza preliminare e aveva visto Bragato rinviato a giudizio per truffa. Ma il giudice che si trovò davanti la causa a dibattimento, esaminate le carte, decise di cambiare il capo di imputazione. Così il 60enne, difeso dall'avvocato Stefano Pietrobon, passò dall'accusa di essere un truffatore, rischiando al massimo fino a 3 anni di reclusione, al ben più grave reato di millantato credito che prevede una pena massima di sei anni.

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