Omicidio Vaj, Armellin e Cormaci condannate a 24 e 16 anni
Venerdì 11 marzo la sentenza di primo grado in tribunale a Treviso: concesse le attenuanti generiche. La difesa pronta a ricorrere in appello. Per la Cormaci la Procura aveva chiesto una condanna a 14 anni
Patrizia Armellin e Angelica Cormaci sono state condannate in primo grado per l'omicidio di Paolo Vaj. Venerdì 11 marzo è arrivata la sentenza di primo grado in tribunale a Treviso, pronunciata dai giudici della Corte d'Assise Francesco Sartorio e Cristian Vettoruzzo: 24 anni per omicidio volontario aggravato a Patrizia Armellin, 16 ad Angelica Cormacci, due anni in più rispetto alla richiesta del pubblico ministero che, per la Armellin, aveva chiesto l'ergastolo.
Alle due donne sono state concesse le attenuanti generiche: equivalenti alle aggravanti per la Armellin, che così è riuscita ad evitare il carcere a vita, prevalenti per la Cormaci. Il risarcimento dovrà essere definito in un procedimento civile. Alla moglie di Paolo Vaj, Roberta Bencini, è stata comunque riconosciuta una previsionale di 50mila euro. Armellin e Cormaci sono state inoltre interdette a vita dai pubblici uffici. La Procura si riserva di valutare le motivazioni per cui il tribunale ha concesso le attenuanti a Patrizia Armellin prima di presentare un eventuale ricorso.
«Attendiamo - hanno detto invece i due difensori, gli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi - di leggere le motivazioni della sentenza (che saranno depositate entro 90 giorni, n.d.r.) e poi presentaremo appello. A Patrizia Armellin non è stato dato l'ergastolo come invece chiesto dalla Procura, significa che in secondo grado ci saranno margini di discussione".
«Non giudichiamo la decisione della corte - spiega l'avvocato di parte civile Nicodemo Gentile - di non condannare all'ergastolo Patrizia Armellin. Le sentenze infatti non si commetano ma si rispettano. Quello che comunque emerge è un delitto particolarmente cruedele. Oggi Paolo ha avuto giustizia».