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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Profughi arrivati a Treviso passano la notte in pullman: anche bambini

Il sindaco di Treviso: "Non c'è più posto, strutture sature". Zaia: "Fermare le partenze". Ma ne arriveranno in Veneto altri 250

TREVISO Tra loro c’erano anche dieci minorenni. Provengono dall’area sub-sahariana, erano destinati a essere ospitati in una struttura trevigiana dopo essere sbarcati sulla costa siciliana, ma una volta raggiunta la Mrca hanno dovuto passare la notte in pullman. Sono 35 i migranti giunti a Treviso in corriera, come aveva annunciato lunedì la Prefettura di Venezia, che hanno trascorso la nottata a bordo del mezzo con il quale sono stati trasportati.

Lo stesso sindaco di Treviso Giovanni Manildo ancora una volta aveva ribadito il suo no. Dopo l’annuncio della Prefettura di Venezia sull’arrivo immediato di 150 migranti appena sbarcati sulle coste siciliane in Veneto, di cui 35 destinati a essere ospitati a Treviso, il primo cittadino in seguito al secondo appello, che annuncia l’imminente arrivo di altri 250 migranti in Veneto, invia una lettera di risposta. “Treviso nei mesi scorsi nell'ottica di una risposta all'emergenza e in nome di principi di solidarietà ha messo a disposizione alcune proprie strutture, ha contribuito a promuovere incontri tra sindaci, ma ora il territorio è saturo – tuona Manildo -. Nessun progetto d’integrazione, nessun impegno per trovare effettive soluzioni, solo una mera accoglienza a carico dello Stato, con i Comuni supplenti, che poi si trasforma in clandestinità, come i numeri impietosamente dimostrano, con tutte le conseguenze sociali che questo comporta. Non possiamo continuare ad alimentare un modus operandi che non affronta i problemi e non tiene conto del crescente disagio sociale che i cittadini provano”. 

Con l’aggravarsi della situazione sbarchi e le minacce sull’arrivo di centinaia di migliaia di migranti, a prendere una nuova, durissima posizione è anche il Governatore del Veneto, Luca Zaia: “L’incessante afflusso di immigrati dal Nordafrica, che una volta approdati vengono scaricati ovunque come pacchi postali, sta mettendo allo stremo le comunità locali e i sindaci che, sempre più numerosi,  e di ogni colore politico, dicono ‘no’, non perché sono aridi egoisti come qualcuno vorrebbe farli passare, ma perché sanno che il limite è stato superato – dice Zaia -. “Cambierò idea – aggiunge Zaia - quando da qualche vertice qualcuno si prenderà la responsabilità di garantire esplicitamente e ufficialmente ai veneti e agli italiani che da quei barconi non sono sbarcati e non sbarcheranno terroristi. Nel frattempo – conclude il Governatore – l’unica cosa sensata da fare è impedire in ogni modo la partenza dei barconi dalla Libia e pensare seriamente a come portare un aiuto ai veri disperati a casa loro e prima che finiscano nei tentacoli dell’Isis”. 

La situazione nella Marca è tesa. Già nei giorni scorsi un gruppo di profughi ospiti al Ceis di Vittorio Veneto aveva inscenato una protesta bloccando per ore la statale Alemagna al fine di richiedere la documentazione necessaria per lasciare il paese. Forza Nuova, in seguito a un incontro tra il sindaco di Vittorio Veneto e i residenti della zona del Ceis, ha chiesto la chiusura immediata del centro di accoglienza e l’espulsione dei clandestini. 

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