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Cronaca

Arrivati in pullman 31 profughi a Treviso, l'appello: "Help us"

I migranti tenevano in mano un piccolo cartello con la scritta "Help us", che sta per "Aiutateci", esponendo anche il passaporto.

TREVISO - Sono 31 e sono arrivati giovedì mattina a bordo di un pullman proveniente da Verona a Treviso. Una nuova ondata di profughi nella Marca, alcuni dei quali destinati a Olanda e Germania. Alcuni dei migranti, al loro arrivo a Treviso, hanno esposto un piccolo cartello che riportava la scritta "Please, Help us" (in foto) che sta per "Per favore, Aiutateci". Durante la mattinata di giovedì i migranti sono stati sottoposti agli accertamenti sanitari del caso per scongiurare il pericolo di eventuali malattie. I profughi, di nazionalità siriana, sono arrivati da Reggio Calabria. Per il momento le condizioni igieniche degli stranieri sembrano buone, stando ai primi accertamenti sanitari effettuati. Quelli che non raggiungeranno Olanda e Germania troveranno accoglienza all'interno del dormitorio di via Pasubio a Treviso, che negli ultimi giorni si è leggermente liberato. Nella giornata di venerdì ne arriveranno nel capoluogo trevigiano altri 15.

"A nulla sono valse le nostre denunce sulle problematiche relative all'arrivo di profughi in provincia di Treviso - tuona Berardino Cordone, segretario provinciale del Coisp -. Il risultato è stato l'impiego di una volante per andare a prendere il pullman e scortarlo fino a Treviso, con la conclusione di fermare il personale delle volanti distogliendolo dall'attività lavorativa a difesa del cittadino. Il Questore di Treviso - continua il Coisp - in barba al decoro dell'amministrazione, oltre che alla sicurezza del personale, ha fatto in modo che si tornasse a trattenere i fermati all'interno dell'ufficio volanti impiegando, oltre ai carabinieri, anche il personale della Questura. Non capisce che una Questura deve avere una forma di decoro e che gli uffici sono stati creati per far lavorare i dipendenti e non per ospitare decine di persone, molte delle quali, oltre a non avere un controllo sanitario totale, fanno ostruzionismo rischiando di creare pericolo per la sicurezza". Molti soggetti - si legge in una nota del Coisp - pur di non farsi fotosegnalare arrivano ad attuare tutte le forme di protesta che mettono a rischio i poliziotti. "E questo per non parlare del pubblico che arriva in Questura - continua il segretario -, spesso con molti bambini, che potrebbe allarmarsi immaginando chissà cosa stanno combinando i poliziotti alle persone che urlano o piangono. Ci chiediamo come mai il Questore o il Prefetto non si rendano conto che l'immobile non è idoneo. Molti non saranno identificati e, una volta arrivati ai centri di accoglienza, scapperanno diventando "fantasmi"".

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