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Cronaca

Protesta in piazza Mazzini, trevigiani rischiano una denuncia

Sono sei le persone identificate domenica notte a Jesolo nel corso di una manifestazione non autorizzata contro il silenzio imposto ai locali

JESOLO - Tamburi e pentole alla mano hanno messo in piedi una protesta in piazza Mazzini. Lo hanno fatto per dire no al provvedimento della Procura di Venezia che ha imposto la chiusura anticipata a quattro locali del centro della movida di Jesolo: Capannina Beach, Primafila, Le Vip e Gasoline. Circa trecento giovani nella notte tra sabato e domenica si sono ritrovati in piazza Mazzini per manifestare, in maniera rumorosa, contro il silenzio imposto dalla magistratura, che ha obbligato i quattro locali alla chiusura alle 2 del mattino e al divieto assoluto di fare musica.

Le forze dell'ordine, che stavano presidiando piazza Mazzini, hanno identificato sei persone che hanno preso parte alla protesta. Tutti ragazzi residenti nelle province di Treviso e Padova. I sei giovani rischiano una denuncia per l'articolo 659 del codice penale sul disturbo della quiete pubblica. La polizia di Jesolo ha avviato le indagini per cercare di rintracciare i promotori della manifestazione, che invece rischiano una denuncia per aver messo in piedi una protesta non autorizzata.

Il provvedimento della Procura nei confronti dei quattro locali, che aveva fatto discutere l'intera città, era scaturito a seguito di un'indagine avviata dopo la presentazione di un esposto - comprensivo di circa 700 firme - da parte di residenti e albergatori della zona, stanchi delle continue lamentele dei clienti e della confusione che, a loro parere, disturbava le ore di riposo. Nelle prossime ore gli agenti del Commissariato decideranno il da farsi per quanto riguarda i sei giovani identificati durante la manifestazione, alcuni dei quali, come detto, risiedono in provincia di Treviso.

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