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Cronaca Refrontolo

Molinetto, non verrà rifatta la perizia che inchioda Pro Loco e Comune

La perizia del perito Lanfranco Tesser riporta anche come l’evento atmosferico di quella sera non potesse essere considerato eccezionale in quanto già in passato si erano verificate esondazioni del Lierza proprio in quel punto

Non verrà rifatta, come invece avevano chiesto gli avvocati del Comune di Refrontolo e della Pro Loco, la perizia disposta dal giudice del procedimento civile che vede la famiglia di Luciano Stella, una delle quattro persone che persero la vita nella tragedia del 2 agosto del 2014, chiedere un risarcimento di oltre due milioni di euro. Per le difese sarebbero state errate le conclusioni, inaccurata la descrizione del fenomeno atmosferico, sbagliato il metodo scientifico utilizzato per le valutazioni. Ma il giudice, dopo essersi riservato la decisione, giovedì scorso ha stabilito che il lavoro del perito Lanfranco Tesser rimane la consulenza con cui si arriverà alla discussione, prevista per il gennaio del prossimo anno. Oltre a Stella l’esondazione del torrente causò la morte anche di Maurizio Lot, Fabrizio Bortolin, e Giannino Breda.

Il procedimento penale a carico di Valter Scapol, allora presidente della Pro loco di Refrontolo, dell’architetto Annalisa Romitelli (all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio tecnico del Comune), dell’architetto Leopoldo Saccon e del geologo Celeste Granziera, questi due i tecnici dello studio che si occupò della consulenza per la redazione tecnica del Pat e indagati a vario titolo per disastro colposo, omicidio colposo e organizzazione di manifestazione pubblica senza autorizzazione, si era concluso con una assoluzione in abbreviato.

«Le vittime -scrisse nella sentenza il gup Angelo Mascolo- sottovalutarono il pericolo e comunque l’evento meteo in sè fu eccezionale e imprevedibile». Ma il perito nominato dal giudice civile giunge a conclusioni diametralmente opposte. Secondo il ctu l’area in cui si stava svolgendo la festa la sera del 2 agosto del 2014 non era sicura proprio in caso di forti precipitazioni piovose. La perizia del perito Lanfranco Tesser riporta anche come l’evento atmosferico di quella sera non potesse essere considerato eccezionale in quanto già in passato si erano verificate esondazioni del Lierza proprio in quel punto e per tale ragione si sarebbero potuti ridurre i rischi installando dei cartelli di avvertimento e vietando manifestazioni. Secondo la relazione il Comune non avrebbe dovuto consentire che si svolgessero feste dopo che erano state diramate allerte meteo ai Comuni pedemontani dalla Protezione civile regionale, emanate alle 14 del primo agosto e valido fino alle 24 del giorno dopo.

«Se per evento prevedibile si intende un evento che ha ragionevole probabilità di verificarsi - ha scritto il consulente del Tribunale Civile - allora si deve concludere che l'evento del 2 agosto del 2014 era prevedibile. Va infatti ricordato che il piazzale (del Molinetto della Croda n.d.r.) è fra i tre siti storicamente soggetti a esondazione in caso di eventi meteorici. Il Comune avrebbe dovuto valutare le conseguenze che si sarebbero potute verificare e quindi vietare le feste in quel luogo». Sempre nella relazione si dice che «tra le possibili azioni per evitare tragedie ci sarebbe dovuta essere quella di apporre cartelli». In mano al giudice Carlotta Brusegan rimane quindi, in vista della conclusione della causa, una perizia in cui si sottolinea come «anche la Pro Loco proprietaria del terreno doveva tenere conto che quell'area era esondabile, e quindi evitare di far usare il capannone in attesa di eventi meteorici e far installare cartellonistica». Per la consulenza tecnica d'ufficio (il ctu) «il rischio non era stato adeguatamente previsto né nel piano regolatore del 2008 né nel Pat adottato nel 2010 e questo per cause attribuibili agli estensori del piano stesso».

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