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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Interdetto dalla Procura il patron di Rete Veneta e Antenna Tre: «Minacciava e denigrava con le sue tv il direttore dell'Ulss 7»

Nei guai Giovanni Jannacopulos, patron di due emittenti venete. Secondo il procuratore «si adoperava per mettere in onda continui servizi giornalistici tesi a screditare l'operato del dirigente dell'azienda sanitaria Carlo Bramezza». La società: «Nessun coinvolgimento delle tv»

Nei guai Giovanni Jannacopulos, patron di "Rete Veneta" e "Antenna Tre", colpito dalla misura cautelare del divieto di esercitare l'attività di impresa di editoria attraverso le sue emittenti. Il provvedimento interdittivo arriva dalla guardia di finanza di Bassano del Grappa su richiesta della procura di Vicenza. L'accusa nei confronti dell'editore - si legge in una nota del procuratore Giorgio Bruno - è di "minaccia a pubblico ufficiale continuata", in quanto Jannacopulos avrebbe "posto in essere ripetutamente condotte di minaccia nei confronti di Carlo Bramezza, direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana per indurlo a compiere atti contrari ai doveri di ufficio". Di fronte al rifiuto del dirigente sanitario, Jannacopulos - continua la nota avrebbe condotto "una deliberata e continua campagna denigratoria diffusa attraverso le emittenti televisive "Rete Veneta" ed "Antenna Tre", nelle quali l' indagato svolgeva di fatto attività di direzione e gestione".

L'indagine della Procura di Vicenza

L'attività di indagine della Procura ha preso avvio nel mese di novembre 2021 sulla base della denuncia di Bramezza, il quale aveva riferito ai militari del gruppo di Bassano del Grappa che Jannacopulos, presentatosi quale titolare dell'associazione "Elios onlus" che aveva, nel tempo, effettuato cospicue donazioni all'ospedale di Bassano del Grappa, gli aveva esplicitamente richiesto, "con toni perentori ed insistenza" - come si legge sulla nota - di orientare alcune scelte gestionali. Il dirigente sanitario ha specificato che queste scelte avrebbe riguardato tra l'altro la disposizione di spostamenti del personale medico dell'ospedale, la concessione ad alcuni dirigenti medici di maggiore autonomia funzionale dal primario, la concessione di un periodo di aspettativa per motivi di studio ad un medico cardiologo, in cambio visibilità e "tranquillità nella gestione" dell'azienda sanitaria attraverso le proprie emittenti televisive.

Le intercettazioni telefoniche e i servizi televisivi 

La procura di Vicenza rende noto che le indagini dei militari della guardia di finanza, sviluppatesi anche attraverso la captazione delle conversazioni telefoniche di Jannacopulos - numerosi i contatti intrattenuti dall'indagato con esponenti del governo regionale, amministratori di enti pubblici e rappresentanti politici, specifica la nota a firma del procuratore - avrebbero consentito di trovare conferma dell'ostilità nei confronti di Bramezza e "dell'intento di ingerirsi e condizionare le scelte riguardanti la gestione dell'azienda sanitaria per fini esclusivamente personali e comunque estranei al corretto esercizio di critica proprio dell'attività giornalistica".

Dalle conversazioni intercettate, per la Procura sarebbe emerso "il continuo tentativo dello Jannacopulos di creare un dissenso diffuso attorno al Bramezza ed al suo operato in virtù delle sue numerose conoscenze e della capacità intimidatoria di servizi televisivi - sui quali aveva pieni poteri decisori nonostante la assenza di incarichi formali nelle emittenti e nelle società controllanti - dal contenuto palesemente e deliberatamente denigratorio". Bramezza ha raccontato agli inquirenti che in un'occasione Jannacopulos aveva anche riferito al suo segretario che, qualora le sue richieste ed aspettative non fossero state soddisfatte dal direttore generale, "avrebbe provveduto a fare iniziare gli attacchi". "Effettivamente - conclude la Procura - a fronte della resistenza opposta dal Bramezza alle pressioni esercitate dallo Jannacopulos, questi si adoperava per mettere in onda continui servizi giornalistici tesi a screditare l' operato del direttore generale nella gestione dell'azienda sanitaria, ma anche la persona e le  qualità manageriali del Bramezza. La campagna mediatica, portata avanti con pervicacia dallo Jannacopulos attraverso le emittenti televisive, si rivelava estremamente pressante e andava progressivamente acuendosi fino ad atteggiarsi come un attacco personale, mirato ad indurre gli amministratori regionali a provvedere alla sostituzione del Bramezza".

La risposta della società editrice

La società editrice, per bocca del legale rappresentante Filippo Jannacopulos, figlio di Giovanni, chiarisce che la vicenda di cui si occupa la procura di Vicenza «non ha nulla a che vedere con l'attività delle tv. Riguarda un fatto personale di mio padre, ma la società cui fanno capo le emittenti non è coinvolta, tant'è che non è stata oggetto di alcun provvedimento, nè ad acquisizioni di materiali». Filippo, come riporta l'Ansa, smentisce che il padre fosse di fatto responsabile de "l'attività di direzione e gestione" delle emittenti: «L'informazione - sottolinea - è sottoposta a regole precise. Ci sono direttori, editori, e nulla ci è stato contestato dalla Procura di Vicenza. Che effetto c'è sulle due tv? Nessuno».

Il commento dell'Ulss 7

L’Ulss 7 Pedemontana, nel prendere atto dell’ordinanza posta in essere dalla procura della Repubblica di Vicenza comunica di attendere con fiducia l’esito delle indagini, che sono tuttora in corso. "L’azienda metterà a disposizione ogni documentazione utile a fare completa chiarezza sulla vicenda", chiarisce la dirigenza, mentre il direttore generale Carlo Bramezza commenta: «Innanzitutto ringrazio il Gruppo di Bassano del Grappa della Guardia di Finanza per l’attenzione e l’impegno profusi nell’indagine. Al di là degli attacchi personali che sono stati rivolti alla mia persona, questo provvedimento dimostra la buona fede e la correttezza con cui la nostra Azienda Sanitaria ha sempre operato per la salute dei cittadini e soprattutto tutela la reputazione di tutto il personale che in tutti questi mesi ha visto mortificate le proprie competenze e la propria dedizione quotidiana. Una volta di più ora i cittadini sanno di poter contare su un sistema sanitario che certamente non è perfetto, perché migliorare è sempre possibile, ma è gestito con grande impegno, professionalità e organizzazione. Ho massima fiducia nell’Autorità Giudiziaria che sta svolgendo le indagini».

Guarda (EV): «Quali le future determinazioni della Giunta regionale?»

«Se i fatti di cui apprendo la dinamica» consigliera regionale  Cristina Guarda (Europa Verde) «come rappresentata attraverso il comunicato stampa della Procura della Repubblica fossero definitivamente accertati con sentenza definitiva ci troveremmo, al di là delle responsabilità penali, appunto da verificare attraverso il successivo giudizio, di fronte a condotte che lasciano sinceramente perplessi rispetto agli ipotetici meccanismi condizionanti posti in essere. Allo stato degli atti, l'unica cosa che posso affermare è che bene ha fatto il Direttore generale a chiedere una verifica alla competente Procura della Repubblica, ha agito a salvaguardia del buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, facendo il suo dovere. Dobbiamo difendere i nostri servizi sanitari da qualsiasi interferenza! Sulla questione interrogherò la Giunta regionale per capire quali determinazioni intenda o meno assumere a tutela del buon andamento della pubblica amministrazione e nell'ambito procedimento penale in questione».

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