rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Revine Lago

Tragedia di Revine, la conferma dell'autopsia: Mariia è morta per annegamento

L'esame autoptico, eseguito oggi 2 agosto, avvalora quanto era emerso fino ad oggi. La piccola era peraltro in un ottimo stato di salute ma per escludere la teoria del malore sono stati effettuati prelievi su tutti gli organi

Mariia Markovetska è morta per annegamento. Questo la prima indicazione che viene dall'autopsia condotta oggi, 2 agosto, dal patologo Antonello Cirnelli sul corpo della bambina di sette anni, orginaria dell'Ucraina da dove era scappata con la mamma e la sorellina alla fine di febbraio trovando rifugio dalla nonna, che è residente a Vittorio Veneto, deceduta mercoledì 28 luglio mentre si trovava con gli amici del Grest, organizzato dal Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto, al lago di Revine.

L'esame post mortem conferma quindi l'ipotesi iniziale: Mariia sarebbe scivolata in un punto del lago per lei troppo alto e sarebbe stata inghiottita dalle acque, prima che il cadavere venisse avvistato da due turisti sotto uno dei pontili. L'esame autoptico comunque non esclude il malore, per quanto la piccola, che secondo quanto riferito dal nonno non sapeva nuotare, fosse in perfette condizioni di salute. Per questo sono stati prelevati anche i polmoni, il cuore, alcuni tessuti renali e del fegato e parte della materia cerebrale. Il responso definitivo si avrà fra 90 giorni.

Resta il "giallo" relativo a quanto tempo Mariia abbia trascorso in acqua prima di essere recuperato. L'esame di ieri non può dirlo con certezza ma si tratta di un particolare di non secondaria importanza: da stabilire resta infatti se la bambina sia rimasta vittima dell'incidente mentre era a fare il bagno con gli altri componenti del gruppo o se si sia invece allontanata, prima o dopo le attività, cadendo in un punto in cui non toccava il fondo.

Il pubblico ministero che si sta occupando della vicenda, Valeria Peruzzo, ha aperto un fascicolo in cui i reati ipotizzati sono omicidio colposo e omessa vigilanza. A essere inscritti del registro degli indagati sono cinque persone: si tratta delle due responsabili delle attività del grest del Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto, Camilla Rizzardi, 36enne di Revine Lego e Simonetta Da Roch, 55 anni di Vittorio Veneto (la prima aveva lasciato i bambini all'ora di pranzo mentre la seconda era ancora presente sul posto al momento della disgrazia), di Marina Baro, conosciuta come suor Maddalena, la religiosa che opera come la responsabile amministrativa del Campus, e delle due operatrici che stavano vigilando i due gruppi di ragazzini impegnati nella balneazione, Martina Paier, 22enne di Vittorio Veneto, che sorvegliava il gruppo di bambini di cui faceva parte Mariia, e Tiffany De Martin, 21 anni di Fregona.

Ora si attende il nulla osta della Procura per la restituzione della salma alla famiglia. La mamma Antonina è ancora sotto choc per quanto è successo mentre il padre, arruolato nell'esercita ucraino che combatte contro le forze armate russe nella parte orientale del paese, difficilmente potrà venire in Italia per riportare la figlia in patria. Intanto si è aperta una gara di solidarità, che consentirà peraltro il viaggio, reso molto difficile dalle condizioni di belligeranza in atto, di Mariia verso la terra natale, che si trova nella regione occidentale di Ivano-Frankivs'k
  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tragedia di Revine, la conferma dell'autopsia: Mariia è morta per annegamento

TrevisoToday è in caricamento