rotate-mobile
Cronaca Revine Lago

Tragedia di Revine, parla una delle indagate: «Non ero in acqua»

Sono le parole dette al suo avvocato da Martina Paier, 22 anni, una dei due operatori finiti sotto inchiesta per la morte Mariia Markovetska, la bambina ucraina di sette anni deceduta per annegamento

«Io in quei frangenti non ero in acqua». Questo dice Martina Paier, 22enne di Vittorio Veneto, una dei cinque indagati per la morte di Mariia Markovetska, la bambina ucraina di sette anni,  decedeuta mercoledì 28 luglio per annegamento nelle acque del lago di Revine. Parole, pronunciate nel corso dell'incontro con il suo legale, l'avvocato Stefano Arrigo, sembrerebbero disegnare un profilo diverso della giovane operatrice del Grest del Campus "San Giuseppe" di Vittorio Veneto: fino ad oggi infatti la ragazza era ritenuta il supervisore del gruppo di bambini che erano entrati in acqua e di cui avrebbe fatto parte anche la sfortunata Mariia.

«Sono stata la prima a dare l'allarme - ha riferito al legale - ma in quei momenti non ero al bagno in quanto stavo sorvegliando i bambini che si trovavano a riva sulla spiaggetta. In acqua i piccoli  non erano lasciati mai soli ma c'erano più persone che vigilavano». Rimane comunque il "giallo" su quando la piccola ucraina si sarebbe allontanata dal resto degli amichetti trovando la morte, scivolando o cadendo in una parte del lago per lei troppo alta.

La Procura, oltre alla Paier, ha indagato anche le due responsabili delle attività del Grest del Campus, Camilla Rizzardi, 36enne di Revine Lego e Simonetta Da Roch, 55 anni di Vittorio Veneto (la prima aveva lasciato i bambini all'ora di pranzo mentre la seconda era ancora presente sul posto al momento della disgrazia), di Marina Baro, conosciuta come suor Maddalena, la religiosa che opera come la responsabile amministrativa del Campus, e l'altra operatrice, Tiffany De Martin, 21 anni di Fregona 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tragedia di Revine, parla una delle indagate: «Non ero in acqua»

TrevisoToday è in caricamento