rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Revine Lago

Tragedia di Revine, la quinta operatrice si avvale della facoltà di non rispondere

Martina Paier, 22enne di Vittorio Veneto, ha scelto di non rispondere alle domande del pubblico ministero Valeria Peruzzo che indaga sulla morte di Mariia Markovetska, la piccola ucraina di 7 anni, deceduta il 27 luglio scorso per annegamento sulle acque del lago dove il Grest del Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto aveva fatto una uscita

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Martina Paier, 22enne di Vittorio Veneto (difesa dall'avvocato Stefano Arrigo), l'operatrice del Grest organizzato dal Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto nell'ambito delle cui attività, lo scorso 27 luglio, è morta annegata nelle acque del lago di Revine Mariia Markovetska, che aveva solo 7 anni, convocata oggi, 13 settembre, in Procura

La ragazza, diretta responsabile del gruppo in cui era Mariia, non era stata sentita sentita dagli inquirenti l'8 settembre scorso (per ragioni personali) quando Camilla Rizzardi, 36enne di Revine Lago (difesa dall'avvocato Valentina Sartor), coordinatrice del Grest e Simonetta Da Roch, 55 anni di Vittorio Veneto (difesa dall'avvocato Stefano Pietrobon) che era invece responsabile delle attività, avevano fatto la stessa scelta. Mentre Marina Baro, conosciuta come suor Maddalena, 83enne responsabile di tutte le attività del gruppo estivo, non aveva voluto rilasciare dichiarazioni sull'interrogatorio. Le cinque donne sono state indagate dal sostituto procuratore della Repubblica Valeria Peruzzo per omicidio colposo e omessa vigilanza. L'unica a rilasciare dichiarazioni era stata Tiffany De Martin, animatrice 19enne di Fregona, difesa dall'avvocato Enrico D'Orazio, che però non avrebbe avuto in custodia la bambina.

Mariia Markovetska, scappata con la madre e la sorella dall'Ucraina nei primi giorni dell'invasione russa e riparata a Vittorio Veneto, dove vivono i nonni, sarebbe affogata scivolando in un punto del lago per lei troppo alto e sarebbe stata inghiottita dalle acque, prima che il cadavere venisse avvistato da due turisti sotto uno dei pontili. L'autopsia sul corpo della bimba comunque non ha escluso il malore, per quanto la piccola, che secondo quanto riferito dal nonno non sapeva nuotare, fosse in perfette condizioni di salute. 
   

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tragedia di Revine, la quinta operatrice si avvale della facoltà di non rispondere

TrevisoToday è in caricamento