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Cronaca Revine Lago

Bimba inghiottita dalle acque del lago, aperto un fascicolo per omicidio colposo

Sulla morte di Mariia Markovetska, la piccola ucraina di sette anni morta affogata ieri, 27 luglio, al lago di Revine, la Procura indaga anche per omessa vigilanza. La bambina potrebbe essere stata vittima di una malore. Gli inquirenti sono al lavoro per capire come mai nessuno si sia accorto del fatto che non è risalita a riva dopo aver fatto fatto il bagno con gli amici del Grest del collegio "San Giuseppe" di Vittorio Veneto

Non è rientrata a riva mentre gli altri bambini, entrati nel lago a gruppi e che sarebbero stati guardati a vista dagli animatori, sono regolarmente risaliti dopo il bagno. Nessuno ieri, 27 luglio, a Revine, si sarebbe accorta della sua scomparsa.

Potrebbe essere stato un malore a causare l'affogamento di Mariia Markovetska, la bambina ucraina di sette anni deceduta ieri mentre stava trascorrendo un pomeriggio all'insegna della serenità con altri ragazzini, parte del gruppo estivo della zona, quello del Collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto. Quando il corpo della piccola è stato ritrovato, a pochi metri dalla riva nell'area attrezzata comunale di Revine Lago, era ormai troppo tardi.

La Procura di Treviso, che ha disposto l'autopsia, ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati, in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo e omessa vigilanza. Gli inquirenti in queste ore stanno ascoltando gli operatori del Grest, altri testimoni e la nonna che è sopraggiunta a Revine quando ha saputo la notizia: ma non sarà facile, comunque, risalire ad eventuali responsabilità per la morte di Mariia.

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Stamattina al "Campus" del collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto è ripresa l'attività. Nel corso della mattinata una equipe di psicologi ha assistito gli animatori, sconvolti per quanto è accaduto, mentre nel pomeriggio si svolgeranno gli incontri con i bambini. Una quarantina i piccoli che hanno chiesto il supporto degli esperti. A fare visita al San Giuseppe anche l'assessore al sociale del comune di Vittorio Veneto Antonella Caldart, che ha portato il messaggio di vicinanza del sindaco Antonio Miatto. "E' un momento terribile" si sono limitate a dire le religiose che si occupano delle attività estive del collegio.

Mariia era una piccola rifugiata in Italia, insieme alla madre e una sorellina. Arrivata a fine febbraio, a ridosso dell'inizio della guerra in Ucraina, aveva trovato ospitalità come il resto della famiglia nella casa della nonna, che era già in Italia da tempo, a Vittorio Veneto. L'allarme sulla sparizione della piccola era stato dato  attorno alle 15.50 ma i responsabili del gruppo estivo stavano cercando la giovanissima da almeno mezz'ora. La bambina è stata ritrovata, ormai esamine, solo perlustrando le sponde del lago. Il rinvenimento è stato effettuato da una coppia di turisti belgi. E' stato un vigile del fuoco di 42 anni, veneziano di Mira, Giacomo Chiaramonte, a tuffarsi e portare a riva la bimba: il pompiere si trovava li con la sua famiglia e ha subito avviato il massaggio cardiaco, che è durato per 40 minuti ma si è rilevato inutile.

Informato ieri della morte della bambina, anche il Vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, ha manifestato il suo profondo dolore e la propria vicinanza ai familiari della piccola.

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