Dopo aver subito un raid incendiario riapre l'officina di bici di via Ronchese
L'autunno scorso il proprietario Liron Zemaj si era visto appiccare il fuoco all'esterno del suo negozio, provocandogli danni per 20mila euro tra vetrate in frantumi e bici bruciate
A distanza di quasi cinque mesi dal raid incendiario di cui era stata vittima, ha finalmente riaperto al pubblico l’officina per biciclette di via Ronchese nel quartiere di Santa Bona a Treviso. Il negozio “Pit Stop Bike” del 20enne kosovaro Liron Zemaj lo scorso mese di novembre aveva difatti subito circa 20mila euro di danni dopo che ignoti avevano appiccato il fuoco nei pressi della vetrata esterna, mandandola totalmente in frantumi e distruggendo al contempo almeno una decina di biciclette di clienti posteggiate all’interno. A quell’episodio sono poi susseguite nei mesi successivi due spaccate nelle attività a fianco. Prima è stata rubata la cassa del vicino bar e poi ad essere presa di mira è stata la merceria di Sergio Mistrorigo.
Due colpi per i quali a fine marzo è stato arrestato dagli agenti della Squadra Nobile di Treviso (coordinati dalla Dirigente Immacolata Benvenuto) un 27enne straniero di seconda generazione che di fronte al gip Angelo Mascolo per l’interrogatorio di garanzia il ragazzo ha ammesso le sue responsabilità in merito ai furti, negando però di essere il colpevole dei due scippi avvenuti a inizio anno nel quartiere ai danni di due anziani, nei pressi della banca Unicredit, e per cui è ancora indagato. Alla lista di malefatte se ne aggiungerebbe però un’altra finora rimasta nell’ombra, ovvero il furto della cassa (contenente 200 euro) di Zemaj alcune settimane prima del raid incendiario. Cassa poi ritrovata proprio presso l'abitazione del 27enne che, per ripicca di aver subito un controllo della polizia in casa, avrebbe poi appiccato il fuoco al negozio.
«Se, come sembra, il furto della cassa di Zemaj è da attribuire al responsabile poi delle spaccate nella mia merceria e nel bar distante pochi metri, mi chiedo come sia possibile che le forze dell’ordine non siano intervenute prima per fermarlo visto le evidenze in loro possesso – afferma sconsolato Mistrorigo – Non solo questa persona ha causato danni per diverse migliaia di euro a tutti noi, ma ha anche creato un preoccupante stato di ansia in tanti residenti anziani del quartiere». Più pacato, invece, il commento di Zemaj: «L’importante è che sia stato arrestato e che rimanga in carcere così da non creare più problemi. Ora sono riuscito a riaprire la mia attività, seppur senza aver sistemato le vetrate e l’impianto elettrico. Ho però passato mesi difficili a livello economico, tanto che ho dovuto lavorare un po’ come operaio dando anche una mano in una pizzeria di famiglia a Paese. Adesso sono però “tranquillo” e penso solo a lavorare con le mie amate biciclette».