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Cronaca

Ulss 7 rassicura i cittadini sui pesticidi, Wwf attacca: "E' di parte"

L'associazione ambientalista dell'Alta Marca contesta gli esiti e i commenti diramati dall'azienda sanitaria in merito alla diffusione delle neoplasie e al loro legame con le coltivazione del Prosecco

Lunedì l'Ulss 7ha reso noti i risultati del biomonitoraggio effettuato su un campione di residenti negli otto Comuni del Prosecco Docg. Esiti rassicuranti, che smorzano il clima di preoccupazione legato al diffondersi di neoplasie tra la popolazione.

Secondo l'azienda sanitaria, i morti per tumore sono inferiori rispetto alle altre Asl del Veneto e, quindi, non ci sarebbe una correlazione significativa tra le neoplasie della zona e l'uso di certe sostanze per la contivazione del Prosecco.

Esiti che tuttavia non convincono il Wwf AltaMarca, che anzi accusa l'azienda sanitaria di essere di parte. Secondo Gilberto Carlotto, vicepresidente dell'associazione, i risultati "non potevano che essere rassicuranti".

Quello dell'Ulss 7, secondo l'esponente dell'associazione, è "un clamoroso esempio" di conflitto di interessi: "L'Ulss 7 - spiega Carlotto - è uno dei componenti del comitato di stesura del regolamento intercomunale di polizia rurale e, contemporaneamente, è il controllore che decide la bontà di questo regolamento". 

Ma la posizione dell'azienda sanitaria non è l'unico punto che vede contrariato il Wwf AltaMarca, che punta il dito anche contro le modalità cono cui sono state condotte le analisi, nelle quali il "motivo dominante" sarebbe stato quello della "mancanza di trasparenza". In primis perché - osserva l'associazione - "ancora oggi non sappiamo qual siano stati il metodo e la scelta del campionamento e su quali basi statistiche si sia appoggiato".

In secondo luogo "non conosciamo il campione scientifico di riferimento alle quali sono state paragonate le analisi delle urine e perché non sia stata fatta anche l'analisi del sangue".

C'è poi la questione dei ditiocarbammati: "Nel protocollo 2013 del Consorzio di Tutela Dogc sono previsti circa 300 fitosanitari, dei quali il ditiocarbammato è solo una molecola - sottolinea il Wwf - Ogni anno l'Ulss 7 ricercherà una di queste altre molecole nelle urine? Questo dato da solo non significa nulla: le analisi devono essere continue per creare una storia medica e scientifica credibile".

L'associazione mette quindi in dubbio il valore dei test condotti dell'Ulss 7, ricordando anche che il carattere cancerogeno del "mancozeb" è stato dimostrato da uno studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna nel 2000, quindi "queste analisi non aggiungono o tolgono nulla". Sono invece presenti e attivi, invece, "tutti i nefandi effetti sulla salute delle persone, anche se queste molecole vengono assorbite a piccole dosi, ma con accumulo per molti anni consecutivamente".

All'Ulss 7 che rassicura i cittadini circa la loro salute, Carlotto rammenta che "l'ISDE ha annunciato che esistono 6.090 studi, riconosciuti nel mondo scientifico, che trattano il rapporto tra pesticidi e bambini, non certo sostenendone l’uso indiscriminato vicino alle scuole, asili o abitazioni", argomento mai trattato, invece, dall'Ulss 7, che "non ha mai mostrato pubblicamente le fonti scientifiche a cui si appoggia per le sue tranquillizzanti teorie".

"Anche se le dosi riscontrate sono inferiori ai limiti massimi previsti - si chiede il vicepresidente di Wwf AltaMarca - l'Ulss 7 non pensa che l'effetto cocktail provocato dalla somma di una trentina di molecole, anche in quantità inferiore al massimo consentito, non superi qualunque livello tollerabile dal corpo umano? Il totale di una somma di disgrazie sicuramente non fa un buon prodotto per la salute umana".

Contestando i dati dell'Ulss 7, il Wwf dichiara che l'attuale progressione annua delle malattie sfiora il 7%: "Attualmente c’è un malato di tumori maligni ogni 18 abitanti. Se continuiamo con questo trend di crescita tra 20 anni ci sarà un ammalato di soli tumori maligni ogni cinque abitanti. Perché l'Ulss 7 - si chiede il Wwf - non prende in considerazione la possibilità di ridurre il numero annuo dei nuovi ammalati, con un vero e rigoroso programma di prevenzione primaria?".

"Curare gli ammalati di tumore è cosa buona - conclude - ma creare un sistema sanitario che impedisca o contribuisca a ridurre la formazione di nuovi ammalati tumorali è cosa ottima".

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