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Lunedì, 5 Giugno 2023
Cronaca Santa Bona / Via Aleardo Aleardi

Spariscono gli ori di famiglia, la ladra è la vicina di casa

La scoperta del furto è avvenuta a fine agosto 2017 in un'abitazione di via Aleardi a Treviso. A finire nei guai una 68enne, amica di famiglia che svolgeva piccoli lavoretti domestici

Avrebbe approfittato dell'amicizia con una donna per "soffiarle" da casa valori per circa 10 mila euro. Per questo una 68enne di Treviso è finita a processo per furto, con il dibattimento che inizierà la settimana prossima. La  vittima si è costituita parte civile, difesa dall'avvocato Davide Favotto.

La vicenda prende vita tra il 6 luglio e il 31 agosto del 2017 a Treviso, in via Aleardi. La protagonista della storia  è una vicina di casa, da sempre amica della della donna che ha subito il furto. Quest'ultima, morto il padre proprio il 6 luglio dello stesso anno, mette mano ai ricordi di famiglia, tra cui dei monili d'oro. Tutto è in ordine ma il 31 agosto, ricontrollando, si accorge che ne mancano parecchi. I sospetti si concentrano subito su qualcuno che conosce l'abitazione perché non vi sono segni d'infrazione e l'attenzione dei ladri si è rivolta subito agli oggetti di valore, tralasciando altre parti dell'abitazione.

Solo una persona conosce bene dove erano stati messi i  monili: è l'amica di famiglia, vicina di casa, che si era proposta di aiutare con piccoli lavoretti domestici e soprattutto assistendo il padre, gravemente malato. La donna quindi avvisa l'amica del furto e della sua intenzione di sporgere denuncia. All'inizio la vicina di casa resta impassibile, poi la confessione: «Li ho presi io, ma non i gemelli d'oro e l'anello di fidanzamento di tuo papà. Posso recuperare tutto».

Le due si incontrano qualche giorno dopo: la ladra, rea confessa, in quella occasione ammette di aver preso anche gli affetti personali che prima aveva negato di aver rubato, poi racconta di aver dato tutto, in cambio di una somma di denaro, a due negozi compra-oro del centro. E così la vittima decide di rivolgersi ai due esercizi commerciali, ma non le viene detto nulla per motivi di privacy. E allora scatta la denuncia. 

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