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Cronaca San Biagio di Callalta

Salta il matrimonio "combinato", i tre fratelli accusati di sequestro di persona vanno ai domiciliari

Convalidato l'arresto di L.S., J.S e J.S, cittadini kosovari arrestati nella serata del 19 gennaio scorso. Hanno risposto alle domande del giudice durante l'interrogatorio di garanzia, alla cui conslusione è stato decisa la loro scarcerazione

Sono stati messi messi ai domiciliari i tre cittadini kosovari arrestati nella serata del 19 gennaio con l'accusa di sequestro di persona, finalizzata all'estorsione. Questo quanto avvenuto oggi, 23 gennaio, al termine dell'udienza nel corso della quale l'arresto di  L.S, 34 anni, J.S, di  31 e il 38enne J.S., tre fratelli di cui due risultano titolari di una azienda edile, è stato convalidato.

I tre kosovari (tutti difesi dall'avvocato Davide Favotto) hanno risposto alle domande del giudice durante l'interrogatorio di garanzia, dando una versione diametralmente opposta a quella che ha fatto scattare le manette ai loro polsi. Secondo quanto hanno riferito prima di essere scarcerati, nel marzo dell'anno scorso L.S., J.S. E J.S avrebbero pagato ad un 40enne, anche lui proveniente dal Kosovo, circa 8 mila euro per un matrimonio combinato con una italiana compiacente, finalizzato a fare avere al più vecchio il permesso di soggiorno che non riusciva ad avere. Ma le forze dell'ordine avevano fatto saltare tutto, presentandosi il giorno delle nozze e bloccando la funzione.

Da qui il debito, che il 40enne non sarebbe però più riuscito a pagare. A questo punto le due versioni divergono: la vittima sostiene di essere stata portata all'interno di una capannone la sera stessa in cui sarebbe avvenuto il sequestro, minacciato di morte e costretto a forza ad entrare nell'auto fermata dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Treviso nel comune di San Biagio di Callalta, mentre i fratelli avrebbero detto che, dopo qualche momento passato all'interno di un bar nella prima periferia cittadina, si sarebbero avviati con l'auto verso l'abitazione del 40enne, che si era impegnato a dare la sua in "pegno" fino a quando il debito non sarebbe stato saldato. 

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