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Cronaca San Zenone degli Ezzelini

Rogo a San Zenone, parla uno degli indagati: «Da quando si è detto dell'indagine per noi è cominciato un calvario»

Charkaoui Karouach è il 50enne titolare della macelleria islamica, con annessa ortofrutta, di San Zanone, andata distrutta il 25 febbraio del 2021 in un incendio certamente di matrice dolosa. Indagati risultano lo stesso Charkaoui, la figlia Maria Karouach e i due giovani fratelli. Il mistero della telefonata ad una persona con predenti per incendio doloso

«Da quando si è detto dell'indagine per noi è cominciato un calvario. Siamo etichettati come quelli che hanno bruciato la loro attività, nessuno più vuole più comperare da noi, neppure mia figlia che ha un servizio di consulenza fiscale ha più clienti».

A parlare è Charkaoui Karouach, il 50enne titolare della macelleria islamica, con annessa ortofrutta, di San Zanone degli Ezzelini, andata distrutta in un incendio certamente di matrice dolosa. Indagati risultano lo stesso Charkaoui, la figlia Maria Karouach e i due giovani fratelli. Le prove a loro carico, secondo gli investigatori, consisterebbero in una telefonata che uno dei figli avrebbe fatto, nei precedenti al rogo, ad un "cliente" del negozio, che è un persona con alle spalle dei precedenti per rogo. E' per questo che, su disposizione del pubblico ministero Valeria Peruzzo, sotto stati posti sotto sequestro i telefonini e i computer della famiglia di origine marocchina.

«Abbiamo chiesto - dice l'avvocato Fabio Targa, che con la collega Eleonora Perale (entrambi di Padova) assiste gli attuali indagati - che venisse fatto al più presto un incidente probatorio sulle apparecchiature elettroniche per dimostrare l'assoluta estraneità dei nostri clienti. Il gip Marco Biagetti ci ha risposto che non c'era fretta e così abbiamo sollecitato la Procura affinché venisse espletato un accertamento tecnico irripetibile, per la cui effettuazione il prossimo 22 febbraio verrà dato l'incarico al perito. I Karouach non hanno nulla da nascondere e anzi vogliono che si arrivi il prima possibile all'individuazione dei responsabili».

Movente dell'incendio, che si è sviluppato intorno alle 4,30 della notte del 25 febbraio 2021, sarebbe l'assicurazione che la famiglia di origine nord africana avrebbe sottoscritto. «Al di là di essere una gente per bene - contrattacca il legale dei Kerouach - come potrebbero aver fatto una cosa simile per un premio che al massimo avrebbe fruttato non più di 25mila euro? La verità sta altrove e noi chiediamo agli investigatori di scoprirla. È risaputo, inoltre che i miei clienti, in passato, avevano ricevuto minacce da parte di persone ( i vicini di casa, con cui ci sarebbe stata anche una scazzottata) che avevano detto a chiare lettere che volevano distruggere il negozio». Peraltro lo scatenarsi delle fiamme coincide con una sospensione dell'energia elettrica che impedì alle telecamere di video sorveglianza poste all'esterno di riprendere l'intrusione. «Un particolare - dice l'avvocato Targa - su cui vogliamo sia fatta chiarezza».

Infine la bottiglia di plastica, riempita per un quarto della sua capienza di liquido accelerante (probabilmente benzina) e trovata dai vigili del fuoco ancora integra all’interno del negozio di via Marconi, a rogo spento. «Vogliamo - torna a dire il legale - che sia esaminata e che vengano riscontrate le possibili tracce attribuibili alla mano che l'ha messa là. Il fatto che fosse piena di liquido infiammabile e non si sia esplosa è un particolare secondo noi molto rilevante. E' possibile che invece sia stata collocata da qualcuno dopo il rogo. In quel caso saremmo pronti a far partire un esposto».

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