Due seminaristi trevigiani pronti per il loro primo rito di ammissione agli ordini sacri
Sarà il Vescovo di Treviso Gianfranco Agostino, in una solenne messa, a celebrare il loro primo passo 'ufficiale' e tendenzialmente definitivo verso il sacerdozio diocesano
TREVISO Il Vescovo di Treviso Gianfranco Agostino in questi giorni ha reso partecipe tutti i fedeli trevigiani del Rito di Ammissione tra i candidati all'ordine sacro che verrà celebrato presso la Chiesa Parrocchiale di Catena di Villorba alle ore 19 di mercoledì 7 dicembre e che rappresenta il primo passo ‘ufficiale’ e tendenzialmente definitivo verso il sacerdozio diocesano, dopo un certo cammino vissuto nella ricerca silenziosa e nell’affidamento alla volontà di Dio per la propria vita.. Protagonisti, per l'occasione del primo “Eccomi”, i due seminaristi di terza teologia: Carlo Breda (di Catena di Villorba, Annunciazione della Beata Vergine Maria) e Riccardo Marchiori (di Spinea, Santi Vito e Modesto, e laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Padova).
Il rito è noto come “vestizione”, cerimonia in cui i seminaristi che dal Biennio passano al Quadriennio teologico si presentano per la prima volta davanti all’Arcivescovo e alla diocesi indossando veste e cotta. Il Vescovo chiamerà quindi entrambi i seminaristi a pronunciare il loro primo pubblico “sì” davanti alla Chiesa. A questo passo importante i ragazzi si stanno comunque preparando con giornate di ritiro e di preghiera, accompagnati dai loro educatori e da diversi sacerdoti che hanno accompagnato i candidati al rito nel loro percorso formativo e di servizio pastorale. "Buon cammino a questi fratelli nella lode al Signore che continua a chiamare giovani a seguirlo. Continuiamo ad Invocare il dono di operai generosi e coraggiosi per la sua messe. La testimonianza di questi giovani nel cominciare a rendere disponibile la propria vita al Signore è concreta, speriamo quindi possa essere di esempio per altri che, nella nostra diocesi, si stanno interrogando sul senso della propria vita" ha concluso poi la Curia trevigiana.