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Cronaca Zero Branco

Perseguitata dall'ex fidanzato, costretta a cambiare casa

Un 46enne padovano è stato condannato a sei mesi nel processo di secondo grado e tre mesi, in continuazione, nel processo di primo grado a Venezia. L'uomo non voleva rassegnarsi alla fine della sua relazione con l'ex

In tutto 9 mesi di reclusione, contando il patteggiamento in Appello per la condanna inflittagli a Treviso e i tre mesi, in continuazione, per i fatti che si sono svolti in provincia di Venezia. Si è conclusa così la vicenda che ha messo al centro dell'attenzione H.C., un 46enne di Camposampiero (Padova) imputato di stalking ai danni di una donna, ugualmente 46enne, originaria di Noale, in provincia di Venezia, ammalata di sclerosi multipla.

La Corte d'Appello di Venezia, lo scorso 15 maggio, ha parzialmente riformato la pronuncia del giudice Cristian Vettoruzzo, che aveva condanna H.C. a otto mesi di reclusione. Nel frattempo a Venezia un  procedimento iniziato molto prima, nell’aprile 2016, si è concluso solo venerdì scorso con la sentenza di primo grado per i fatti ad esclusione del periodo maggio 2017 a ottobre 2017 oggetto del giudicato della pronuncia di Treviso. Il giudice ha inflitto una pena di tre mesi, oltre alla condanna  al pagamento di una provvisionale provvisoriamente esecutiva di 10.000 euro in favore della vittima e al pagamento delle spese processuali.

L'uomo era accusato perché con condotte reiterate, minacciava e  molestava la propria ex fidanzata. Un assedio che aveva causato uno stato di ansia, di paura e di prostrazione e che aveva ingenerato nella vittima un fondato timore per l'incolumità propria nonché nei suoi parenti. E che aveva spinto la 46enne, esasperata, a cambiare la proria abitazione, trasferendosi a Zero Branco.

«Che razza di donna sei - la avrebbe detto in più di una occasione -  le altre donne non mi mancano di rispetto come te, sono gentili... le zoccole, le rumene sono più brave, gentili, sempre con il sorriso e mi portano rispetto». E giù botte: strette ai polsi, strattonamenti, calci e pugni, tutto per riguadagnare il terreno perduto, non essendo lei interessata ad avere una relazione con lui. In una occasione, inoltre, avrebbe inseguito la donna, che è affetta anche da una malattia neurovegetativa, mentre questa  tentava di chiedere soccorso presso un distributore di benzina nelle vicinanze. Rientrati in casa l'avrebbe spinta in bagno tappandole la bocca quasi a volerla soffocare.  

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