Scoperto traffico di contrabbando di sigarette, due arresti
Durante la perquisizione di una ditta di trasporti di Spresiano la guardia di finanza ha sequestrato 4,7 tonnellate di "bionde" contraffatte, provenienti dall'Est. Il titolare è stato arrestato così come un complice
Smascherata dalla guardia di finanza di Treviso un'organizzazione internazionale specializzata nel contrabbando di sigarette contraffatte.
Dopo un'operazione di intelligence economico-finanziaria, le fiamme gialle hanno fatto scattare una perquisizione in un'azienda di autotrasporti di Spresiano, scoprendo ben 4,7 tonnellate di sigarette provenienti dall'Ucraina.
Le "bionde" contraffatte erano nascoste all'interno di pannelli isolanti, impiegati nella costruzione di frigoriferi industriali e confezionate in 24mila stecche di varie marche. Da qui il nome Frozen Blondes all'indagine.
Il sequestro di sigarette corrisponde a 4,7 tonnellate. 300 kg erano già stati venduti.
Insieme alle sigarette, la cui vendita avrebbe fruttato circa 1,2 milioni di euro, è stata rinvenuta anche la documentazione extra-contabile relativa al loro commercio, 288 pannelli isolanti, un automezzo adibito al trasporto.
Da quanto è emerso, il traffico dell'organizzazione non riguardava solo l'Ucraina e Italia ma anche Moldavia e Slovenia, con un totale di imposte evase sui tabacchi importati di circa un milione di euro.
Il titolare dell'impresa, trevigiano classe 1970, è finito in manette all’inizio di marzo mentre un moldavo 38enne, coinvolto nel traffico di "bionde", è riuscito a fuggire nel suo paese dapprima, ma bloccato appena rientrato in Italia, nonostante avesse più volte tentato di evitare i controlli doganali.
I due si sarebbero conosciuti poiché l’imprenditore, nell’ultimo periodo inoccupato, svolgeva l’attività di autotrasportatore in conto terzi.
Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza, le sigarette sarebbero state trasportate dall’Ucraina tramite un autocarro e conservate, in seguito, all’interno di un capannone sfitto in zona industriale a Spresiano dall’ex imprenditore trevigiano.
Le sigarette contraffatte sono state riconosciute dai codici a barre falsi, nonostante i pacchetti fossero uguali a quelli ordinari.
Resta da capire, però, chi siano i finanziatori per la produzione della merce e dove esattamente venga prodotta.
Dai risultati di questa indagine è emersa l’esistenza di un vero e proprio mercato parallelo del tabacco, una sorta di mafia delle sigarette, che venivano poi distribuite in tutta Italia.