Si da fuoco perchè senza Green Pass, restano gravissime le condizioni del pakistano 37enne
Nadeem Faraz, protagonista sabato scorso del gesto clamoroso accaduto a Oderzo, sarà sottoposto domani a Verona ad una operazione di chirurgia plastica alla schiena. L'uomo è in terapia intensiva sotto dialisi e sedato
Sarà sottoposto ad un intervento di chirurgia plastica alla schiena Nadeem Faraz, il 37enne pakistano che la sera di sabato scorso si è dato fuoco dopo che i carabinieri gli hanno notificato la seconda multa in due giorni: 420 euro perché era al lavoro, al "K2 Kebab" di Oderzo, privo di Green Pass.
L'operazione è prevista per domani. L'uomo rimane in condizioni gravissime presso il reparto grandi ustionati dell'Ospedale di Verona, dove si trova sedato e in dialisi. I sanitari non nascondono di avere più di una preoccupazione sulla prognosi, che al momento resta riservata.
Faraz si era sottoposto alla vaccinazione anticovid solo mezzora prima della visita dei carabinieri. Era rimasto intrappolato nei cavilli della "burocrazia" per settimane, impossibilitato a fare un tampone in quanto i carabinieri, che avrebbero dovuto controllare il suo rispetto dell'obbligo di dimora cui era sottoposto, prima gli avevano detto che poteva recarsi alla farmacia, che si trova poco distante da quei 500 metri che separano casa sua e il locale pubblico dello zio dove era impiegato, poi avevano invece dato parere negativo. Alla seconda visita dei militari forse non ha avuto la prontezza di far vedere il documento cartaceo che testimoniava, dopo quasi due settimane senza aver ricevuto risposta dal medico di base, l'avvenuta inoculazione a domicilio. Così ha preso del liquido infiammabile e si è dato fuoco.
Nadeem Faraz era sbarcato in Italia nel 2014, fuggito dal Pakistan dove venne coinvolto in una faida familiare con un altro clan. Il primo approdo europeo era stato però la Grecia, dove subì un arresto per la cessione dei 4 grammi di hashish, fatto per cui era finito sotto processo. I giudici ellenici ci andarono pesanti e lo condannarono addirittura ad una pena di 8 anni, sentenza che adesso è passata in giudicato. Nel frattempo Nadeem aveva raggiunto Torino, dove viveva letteralmente in mezzo ad una strada, prima di unirsi ad alcuni connazionali che gli avevano offerto un alloggio.
Ma questa scelta si rivelerà disastrosa: nel 2015, al termine di un blitz, finiranno tutti arrestati con l'accusa di traffico di migranti. Il 37enne patteggiò una pena di 4 anni, schivando per un soffio un'accusa di tentato omicidio, che venne riqualificata in lesioni gravi. Come se non bastasse è poi arrivata alla autorità italiane la richiesta di arresto europeo spiccata dalla Grecia. L'uomo finisce quindi ai domiciliari, misura che viene attenuata, appunto, in obbligo di dimora. Schiacciato dai problemi giudiziari il 37enne era caduto in uno stato depressivo.