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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sicurezza, Zaia chiede l'esercito in supporto alle forze dell'ordine

Il Governatore del Veneto: "Appello al Governo per l'invio di rinforzi in una terra pacifica e operosa minacciata nel suo bene più prezioso"

VENEZIA - “Il bollettino di guerra della criminalità in Veneto si fa ogni giorno più lungo, ma Roma continua a guardare dall’altra parte. Senza un intervento serio in termini di uomini e mezzi la battaglia quotidiana della Forze dell’Ordine nazionali e locali finirà in una cocente sconfitta, che non sarà la loro, ma quella dello Stato italiano, efficientissimo nel tassare e riscuotere, imbelle e inerme quando ai cittadini si devono dare servizi essenziali, come la sicurezza”. Con queste parole, dopo un “ponte dell’8 dicembre” che conta diversi episodi criminosi in tutta la regione, il Presidente Luca Zaia, nel corso del punto stampa seguito alla seduta di Giunta di martedì, ha lanciato un nuovo appello al Governo perché venga affrontata con maggiori risorse “una situazione – dice – ormai prossima a sfuggire di mano, per fronteggiare la quale sarebbe molto utile anche l’utilizzo dell’Esercito in appoggio alle forze dell’ordine. Meno soldati in caserma e le caserme dismesse trasformate in carceri non sarebbe certo una cattiva idea”.

“Per capire a che punto siamo arrivati – incalza Zaia – non occorre l’intelligence, basta sfogliare i quotidiani del mattino: raffica di furti e rapine nel Trevigiano; durante il  ponte diciotto furti a Este e decine nel padovano; alcuni Sindaci del bellunese oggi vanno dal Prefetto per chiedere più sicurezza; e non sono da meno gli altri territori, fino al colmo di due immigrati bloccati dalla Polizia a Vicenza mentre insidiavano una persona e sono risultati già noti per spaccio e furti, arrestati ed espulsi (solo con un inutile pezzo di carta), ma liberi di continuare la loro attività criminosa”.

“Faccio appello al Governo – aggiunge Zaia – perché pensino a qualcosa da fare sul serio, a cominciare dall’invio di rinforzi in una terra pacifica e operosa minacciata nel suo bene più prezioso, ma anche al Parlamento: vanno varate in fretta leggi più incisive e punitive, perché il problema non è la magistratura, che deve giocoforza lavorare con le leggi che ci sono, ma la debolezza delle leggi vigenti. Un esempio per tutti? Serve una normativa urgente che renda efficace l’istituto dell’espulsione che, una volta comminata, va eseguita immediatamente, non lasciata, come ora, al buon cuore del condannato, che torna in strada con in tasca un foglio da presa in giro che gli chiede per favore se entro 15 giorni volesse, bontà sua, andarsene dal nostro Paese. E non si parli più di micro o macro criminalità – conclude Zaia – perché si tratta di criminalità e basta”.  

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