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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Silea

Decine di immagini pedopornografiche nell'hard disk, se la cava con la messa alla prova

L'uomo, un 45enne di Silea, nel corso di una perquisizione relativa ad una violenza sessuale, poi archiviata, era stato trovato in possesso di una trentina di immagini "proibite", contenute all'interno di un disco fisso

Il reato lo consente e lui ha chiesto la messa alla prova, trovando una via d'uscita al procedimento penale che lo riguardava e che lo vedeva alla sbarra per il possesso di diverse decine di immagini pedopornografiche. L'uomo, difeso a processo dall'avvocato Fabrizio Santoro, ha avuto il via libera da parte del pubblico ministero e il parere favorevole del giudice. Il programma verrà sottoposto nella prossima udienza, in programma ad aprile, Il 45enne era finito nei guai per un'altro procedimento da cui era scaturita la perquisizione a casa sua, una presunta violenza sessuale ai danni di una bambina di soli 8 anni. Ma questo fascicolo è stato archiviato, dal momento che la pubblica accusa non ha ritenuto sufficientemente credibile la versione della piccola.

La storia accade a Silea nel corso 2017, quando l'uomo  conosce una barista del posto. Dopo qualche chiacchierata avrebbe chiesto alla donna se avesse avuto figli piccoli e alla risposta affermativa il 45enne avrebbe insistito per andare a trovarla a casa per dare alle figlie un piccolo presente. Si sarebbe quindi presentato in casa e, alla presenza del marito, avrebbe consegnato i pacchi.  Approfittando però del fatto che il padrone di casa si era assentato un attimo dalla stanza dove era in compagnia delle bimbe, avrebbe convinto la più piccola a coricarsi su un divano e avrebbe cominciato a toccarla.

Nel corso delle indagini scaturite da quei fatti all'uomo è stato sequestrato un hard disk del computer, oltre a una chiavetta usb e il telefono cellulare. E' stato così che all'interno del disco fisso gli inquirenti hanno ritrovato circa una trentina di immagini e video che ritraggono dei bambini mentre subiscono le attenzioni sessuali di adulti, tutte tratte da siti pornografici. L'uomo però si era difeso dicendo di non aver effettuato lo scarico: l'hard disk, che è stato rinvenuto fuori dal computer, sarebbe stato infatti acquistato da una persona che vendeva apparecchiature informatiche e non sarebbe stato mai usato.

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