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Cronaca Silea

Lo trovano con tre etti di cocaina in casa, nuova condanna

Per E.L., 26 enne di origine albanese, arriva un'altra sentenza, in abbreviato, a 2 anni e otto mesi per traffico di stupefacenti. L'operazione antidroga era scattata a seguito della denuncia per aggressione da parte di un 20enne di Fiera

Era stato denunciato da un giovane 20enne che diceva di aver subito una aggressione a Fiera e da lì era scattata un'operazione antidroga condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Treviso che aveva permesso di scoprire nella sua casa di Silea  tre etti di cocaina, 187 grammi di marijuana e 1.200 euro in contanti, oltre a due bilancini e materiale per confezionare le dosi. Per quei fatti stamattina, giovedì 8 aprile, E.L., 26 enne di origine albanese, è stato condannato, con il rito abbreviato, a 2 anni e otto mesi.

E.L, difeso dall'avvocato Fabio Crea, è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. Il 17 febbraio di quest'anno si era preso 3 anni, sempre con il rito alternativo e sempre per droga. In quel caso l'operazione era nata dall'indagine che aveva permesso di sgominare la banda che tra il settembre del 2017 e il marzo del 2018 mise a segno otto rapine tra Silea, Susegana, Frescada e Treviso: alla farmacia Internazionale di Silea, agli uffici postali di Roncade e Frescada, ala sala Slot Mirage di Susegana, alla sala giochi Admiral di Treviso, al pub Old Wild West di Silea e infine alla Sala Bingo e il supermercato Conad di via Terraglio a Treviso. Per le rapine E.L era stato condannato, sempre in abbreviato, a 3 anni e 8 mesi nel giugno del 2019 insieme ai senegalesi 42enne Mahafouz Fall (6 anni, 8 mesi e 20 giorni) il suo connazionale 46enne Aliou Diop (6 anni e 4 mesi).

L'albanese 26enne era stato beccato con svariati chili di marijuana ma le intercettazioni telefoniche rivelarono che il suo mercato era fatto soprattutto di cocaina, di cui E.L andava a rifornirsi in Slovenia per poi recitare il ruolo di grosso fornitore per lo spaccio nella Marca. L'uomo, che aveva scontato gran parte della pena agli arresti presso il suo domicilio era stato nel frattempo nuovamente arrestato e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari perché trovato ancora una volta in possesso, appunto,  di "polvere bianca".

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