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Cronaca Silea

Truffa a Bernardi, l'imputato si difende: «Vittima di una raggiro in Bulgaria»

Daniele Grespan, 63enne di Silea,accusato di aver sfilato all'ex campione della Sisley e ad un'amica 380 mila euro, si difende: «Io vittima di un imbroglio, non ho potuto restituire i soldi»

«Sono stato truffato, questa è la ragione per cui non ho potuto pagare Lorenzo Bernardi». Questa la tesi di  Daniele Grespan, 63enne trevigiano residente a Silea, che all'ex campione della Sisley Treviso e ad una conoscente di questo avrebbe sfilato in tutto 380 mila euro, con la promessa di rendimenti pari al 25%.

E' quanto emerso dall'udienza di oggi, mercoledì 17 febbraio, nel processo che vede l'uomo accusato di truffa aggravata. Una versione, quella di Grespan, che è stata confermata dalla lunga sfilata di testimoni della difesa. Ma le date non coincidono. Grespan avrebbe raccolto i soldi di Bernardi e dell'altra donna truffata e li avrebbe consegnati ad un broker torinese. Il denaro sarebbe servito a completare una operazione con una banca bulgara che doveva finanziare il 63enne per l'acquisto di quote di una new company di diritto lussemburghese con sede a Londra. Ma l'operazione non andò in porto e Grespan si sarebbe ritrovato con il cerino acceso in mano. Erano infatti le azioni di questa società che avrebbero reso all'ex pallavolista e all'amica il rendimento stratosferico pari al 25%. Ma quando fu sentito nell'interrogatorio che seguì la denuncia l'uomo non fece parola di questa operazione. «I soldi - disse - non li ho perché li ha spesi per ragioni personali».

Grespan in realtà millantava delle conoscenze di alto livello, delle amicizie influenti, dei rapporti con esponenti addirittura del governo italiano che il 63enne diceva di avere e grazie a cui, stando alle indagini tutt'ora in corso, avrebbe "fregato" una decina di persona, tra cui il progettista del Put di Treviso, l'architetto Michele Rizzon, trasformando a tutti gli gli effetti la sua presunta attività criminale in una vero e propria professione. Nell'estate del 2015 Grespan avrebbe asserito di avere le possibilità di accedere, tramite gli ottimi contatti con una banca londinese, ad un fondo di investimento esclusivo. In tutto 4 milioni e mezzo di euro riservati ad un clientela di vip selezionati dall'istituto di credito della capitale britannica. Il tutto ben oliato da un tasso di interesse da non credere: tra il 25 e il 27% per soli 4 mesi, il tutto garantito dalla banca. 

Nella trappola finiscono Lollo Bernardi e una sua conoscente, anche questa una persona di famiglia che consegnano al presunto faccendiere 130 mila euro uno e 250 mila euro l'altra. E come tutti i promotori che si rispettano Grespan avrebbe a sua volta consegnato due assegni, tratti sul proprio conto bancario, come forma di garanzia, uno di pari valore rispetto all'importo dell'investimento e uno invece maggiorato degli interessi promessi. Ma giunto a scadenza della resa dell'investimento non c'è traccia e neppure del capitale che era stato inizialmente versato.

«Diceva - ha spiegato Lollo Bernardi - di essere in ritardo, che i soldi sarebbero arrivati presto, che doveva recarsi qui e là, in giro per il mondo, per sbloccare il denaro ma che tutto sarebbe andato bene. Mi disse «io ti cambio la vita», in un certo senso lo ha fatto». E i due assegni che Grespan aveva dato a garanzia dell'investimento alla fine sono risultati scoperti. 

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