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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Poca creatività ed attenzione, ma è davvero lo smartphone che ci rende meno intelligenti?

Stiamo diventando più "stupidi" è il grido d'allarme lanciato da alcune recenti ricerche internazionali. I risultati dei test di QI suggeriscono infatti che le persone sono diventate meno intelligenti

CASTELFRANCO VENETO Stiamo diventando più "stupidi" è il grido d'allarme lanciato da alcune recenti ricerche. I punteggi QI (test di intelligenza) stanno diminuendo e alcuni esperti sostengono che gli esseri umani abbiano raggiunto il loro picco intellettuale ormai tempo fa. Infatti i livelli QI sono aumentati in gran parte dal 1930 grazie a migliori condizioni di vita e istruzione - una tendenza nota come effetto Flynn. 

"I risultati di test di QI suggeriscono che le persone sono diventate meno intelligenti, mediamente - 10 punti, negli ultimi dieci anni (test a campione svolti nel Regno Unito, in Danimarca e in Australia) - racconta il Prof. Daniele Pauletto dell'IPSIA di Castelfranco Veneto -  Secondo altre ricerche (Jan te Nijenhuis, Università di Amsterdam) il calo è addirittura di - 15 punti. Tali effetti sono più evidenti sopratutto negli adolescenti ipertecnologici. La tecnologia può diventare più intelligente, ma gli esseri umani stanno diventando sempre meno intelligenti, hanno avvertito gli scienziati. Il Professore Adrian Ward dell'Università del Texas mostra in una sua ricerca che anche la sola presenza dello smartphone acceso e disponibile rende 'più stupidi' (effetto brain drain) per lo 'sforzo' richiesto per controllare/non controllare il proprio dispositivo. Tale sforzo utilizza una parte del nostro cervello e, per questo motivo, la sola presenza dello smartphone è sufficiente per ridurre le nostre capacità cognitive".

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​Ma è lo smartphone che ci rende meno intelligenti? Il problema non è l’oggetto in se ma il suo utilizzo. In un test effettuato (Media multitaskers pay mental price, Stanford study shows), studenti multifunzionali (svolgendo più attività contemporaneamente) non riuscivano a ignorare ciò che non era importante e tendevano a considerare tutto. Il multitasking ne diminuisce l'efficenza. Sembrerebbe strano ma è dimostrabile anche da uno studio di due neurologi francesi, come Sylvain Charron e Etienne Koechlin (Multitasking Splits the Brain), che grazie all'utilizzo della risonanza magnetica hanno dimostrato che chi svolge attività simultanee lo distribuisce su due lobi della corteccia frontale del cervello, ma dalla terza in poi si ha un calo delle prestazioni perché è come se si esaurisse lo spazio di elaborazione del cervello.​

Tutto è confermato dall’UCSF (Università della California San Francisco) con uno studio (UCSF Study on Multitasking Reveals Switching Glitch in Aging Brain) che dimostra come l’uso eccessivo degli smartphone privi il cervello delle micro fasi di riposo, togliendo spazio così alla creatività, all’inventiva e alla memoria. Altre ricerce evidenziano poi come un frenetico uso dello smartphone sia correlato (che sia  in rapporto di reciprocità, di interdipendenza) con la diminuzione della memoria, della creatività, della pazienza e con isolamento e obesità. Nicholas Carr nel libro 'Internet ci rende stupidi?' sottolinea come "Oggi giriamo con lo smartphone e viviamo sui social network. Il problema è diventato più evidente e più grave.Il nostro cervello è malleabile, ma se viene bombardato da distrazioni e interruzioni continue, si adatta di conseguenza. Non siamo in grado di finire una cena senza controllare il cellulare, siamo sempre più in balìa del flusso di informazioni, più distratti che mai. Gli effetti? L'attenzione diventa frammentaria, siamo meno capaci di riflettere e di pensare in profondità. Anche la memoria ne risente".

Manfred Spitzer, nel libro "Solitudine Digitale" mostra invece che la disponibilità dello smartphone durante le lezioni di un consistente gruppo di universitari comportava un aumento delle distrazione come: messaggiare (48%), ascoltare musica (46%), usare Facebook (36%), rispondere al telefono o videogiocare (22%) e navigare in rete (21%)...Studenti e genitori siete quindi avvertiti.

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