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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Spresiano

A processo per accoltellamento ma ha un alibi di ferro

Lorenzo Bencosme, 32enne dominicano, è accusato di aver partecipato nel 2014 a una aggressione presso il locale "Jimmy" di Spresiano. Ma lui ribatte: «Non sono io, come possono testimoniare sia la persona con cui ero in macchina che mia moglie»

Avrebbe partecipato all'accoltellamento di un connazionale ma lui ha un alibi di ferro: a quell'ora, la notte dell'aggressione, era a svariati chilometri di distanza dal luogo dei fatti, come confermerebbe anche la traccia lasciata dal suo cellulare. Il processo a Lorenzo Bencosme, un 32enne di origine dominicana, arriva  in un aula dopo 5 anni; degli altri imputati, tutti della Repubblica Dominicana, due infatti risultano tornati nella madrepatria e irreperibili  mentre uno soltanto è già stato giudicato. 

La sera del 25 ottobre del 2014 Bencosme, al "Jimmy" di Spresiano, avrebbe partecipato ad una aggressione armato di coltello, che però non è mai stato ritrovato. Insieme a tre altri uomini, alla fine di una serata "sudamericana" avrebbe inseguito la vittima che, accerchiata, è stata prima colpita alla gamba sinistra e poi sarebbe stato accoltellato all'addome. Nel corso delle indagini l'imputato sarebbe stato riconosciuto attraverso un identificazione fotografica. Ma ha un alibi apparentemente: «Non sono io, a quell'ora e quel giorno ero a Istrana, come possono testimoniare sia la persona con cui ero in macchina che mia moglie».

La presenza del 32enne a Istrana sarebbe confermata anche dall'analisi delle celle telefoniche: quella di Bencosme è stata effettivamente agganciata nella località di da lui indicata alla stessa ora in cui, a Spresiano, è avvenuta invece l'aggressione. Il legale dell'uomo, l'avvocato Cristiana Polesel, ha chiesto che il processo avvenga con il rito abbreviato.   

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