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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Spresiano

Calunnia e falsa testimonianza, archiviate denunce contro il sindaco e il suo predecessore

Finisce così la lunga vicenda che vedeva al centro Graziella Genio, impiegata dell'ufficio anagrafe del comune di Spresiano condannata in via definitiva per truffa e peculato per essersi intascata i soldi delle marche da bollo per la pubblicazioni matrimoniali. Destinatari delle querele erano Marco Della Pietra, Riccardo Missiato ed una collega della donna

Sono state definitivamente archiviate le denunce per calunnia e falsa testimonianza presentate da Gabriella Genio, l'impiegata dell'ufficio anagrafe del comune di Spresiano condannata in via definitiva  per truffa e peculato per essersi intascata i soldi delle marche da bollo per la pubblicazioni matrimoniali, nei confronti Marco Della Pietra, attuale sindaco di Spresiano, l'ex primo cittadino Riccardo Missiato e una dipendente dell'ufficio anagrafe del Comune, che nel 2018 testimoniarono nel processo di primo grado nei suoi confronti. Il provvedimento è stato preso dal gip Carlo Colombo, che nella sua ordinanza evidenzia come non ci siano elementi sufficienti per fondare una ragionevole previsione di condanna con riguardo al reato ipotizzato.

Una prima richiesta di archiviazione da parte della Procura si era arenata contro l'opposizione formulata dal legale della donna, l'avvocato Cristiano Biadene. Il gup Angelo Mascolo aveva infatti disposto la restituzione degli atti alla Procura e l'acquisizione dei registri su cui venivano annotati in nuovi nati a Spresiano, dopo aver in precedenza detto "sì" a quella relativa ai registri di stato civile. 

A Dalla Pietra la Genio contestava le affermazioni relative al fatto che numerosi genitori si sarebbero presentati in Comune lamentando il fatto che i propri figli non risultavano agli atti del Comune. A Missiato invece l'impiegata imputava di aver testimoniato che gli atti di matrimonio e di stato civile, rispetto ai quali sarebbero stati commessi in reati di peculato e truffa, non necessitavano dalla firma del sindaco quando invece, sostiene la Genio, tutto veniva formalizzato in presenza del primo cittadino. Infine la collega era accusata di non aver detto il vero quando, durante il dibattimento, asserì di non sapere che l'ufficio anagrafe poteva consegnare ai cittadini le marche da bollo, ovviamente a fronte del pagamento delle stesse.

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