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Cronaca Spresiano

Lo scopre su siti pedoporno, perseguitata e minacciata di morte dal marito

Gravi le accuse nei confronti di C.G., 34enne di Spresiano, accusato di stalking. La moglie infatti lo avrebbe lasciato perché lui consultava siti hard con immagini di minorenni

Con i guai giudiziari ha perso tutto: il matrimonio, un buon lavoro, la casa. Ma le accuse nei confronti di C.G., 34enne di Spresiano, sono particolarmente gravi. «Gli ho guardato la cronologia delle ricerche web del telefono e ho trovato consultazioni a siti pedo-pornografici» dice la moglie che ha lo ha denunciato per stalking. Il 34enne infatti non si sarebbe arreso alla conclusione del rapporto, dal quale ha avuto quattro figli, mettendo in atto una campagna di persecuzione ai danni dell'ex coniuge, fatta di pedinamenti e minacce, anche di morte. 

Oggi, giovedì 12 novembre, per la seconda udienza, è toccato a lui, su cui pende un'accusa che è anche una vergogna, raccontare la versione dei quanto è successo. Fatti, andati avanti dal novembre del 2019 a febbraio 2020, che sono spiegati bene nel capo d'imputazione che ha lo portato a giudizio. «Ti voglio vedere sottoterra - avrebbe detto - non arrivi a domani mattina, ti faccio vedere io di che cosa sono capace, vedrai domani mattina che bella sorpresa che ci sarà, la faccio pagare a tutti voi, vengo a prendere i bambini e te li porto via».

Parole dette alla ex moglie, costituitasi come parte civile, in presenza dei genitori di lei, sotto la loro casa in cui, sconvolta per quello che aveva visto nel cellulare, era fuggita con i figli. Un misto di suppliche, intenti suicidi e minacce di morte, che sono sfociate nell'arresto dell'uomo. Che il 10 febbraio si presenta ancora sotto casa degli ex suoceri prendendosela con il cancello in ferro battuto. «Guarda che se ti vengo vicino ti uccido con il cick» avrebbe urlato.

C.G. passa tre giorni dietro alle sbarre prima che il suo legale, l'avvocato Remo Lot, riesca a metterlo fuori, riuscendo a modificare la misura cautelare in divieto di avvicinamento e allontanamento dalla casa familiare. «Io - dice l'imputato - non capisco perché mi abbia lasciato, c'è la consultazione a dei siti a luce rosse ma nulla paragonabile alla pedofilia. E siccome non mi rispondeva ho perso la testa».

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