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Cronaca

Stop caccia della cesena: anticipata di undici giorni la chiusura

Previsto per il 20 gennaio il divieto di caccia. L'assessore Giuseppe Pan“Scelta responsabile per correggere linea nazionale"

VENEZIA “La decisione della Regione Veneto di anticipare di undici giorni la chiusura della caccia alla cesena è stata dettata dall’opportunità di evitare sterili contrapposizioni con il governo e con l’unione europea e di trovare una soluzione costruttiva, d’intesa con tutte le associazioni del mondo venatorio, alla necessità di aggiornare i dati in possesso degli Uffici comunitari e quindi delle linee guida dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”.  Giuseppe Pan, assessore regionale alla caccia, motiva così la decisione assunta in Veneto di anticipare al 20 gennaio, anzichè al 31, la stagione della caccia alla cesena, replicando alla nota con cui Federcaccia aveva imputato alla giunta veneta di non aver tutelato le ragioni dei cacciatori e di aver disertato il tavolo della conferenza stato-regioni di metà dicembre, quando si discusse la modifica del calendario venatorio.

“A quel tavolo, fa sapere l’assessore Pan, non solo la regione Veneto ha partecipato, rappresentata dall’assessore Luca Coletto; ma si è anche opposta alla strategia del governo, il quale vuole fare ricadere sulle regioni l’onere di produrre dati scientifici sulle specie cacciabili. Tale onere non può che essere in capo all’Ispra”, l’ente di ricerca creato nel 2008 e che ha assorbito il preesistente Istituto nazionale per la fauna selvatica.Quanto alla cesena, piccolo migratore che segue la neve e l’inverno, “i nostri cacciatori sanno bene, afferma Pan nella lettera che intende indirizzare all’associazione Federcaccia del Veneto, di cui è presidente Flavio Tosi e vicepresidente Oscar   Stella, che il governo può intervenire, come ha fatto nei confronti di sette Regioni, per anticipare la chiusura della caccia per alcune specie giudicate a rischio, al fine di evitare una violazione della normativa europea e di non aggravare ulteriormente la posizione dell'Italia. 

Anche lo scorso anno, nel corso della passata stagione venatoria, in Veneto non si è potuto cacciare la cesena nell’ultima decade di gennaio per l’intervento diretto operato dal governo che, come è noto, può autonomamente disporre, in via sostitutiva, la modifica del calendario venatorio”.Se non fosse intervenuta la Giunta con una propria delibera, fa notare Pan , il governo avrebbe ‘commissariato’ la regione anche quest’anno, così come ha fatto con le altre sette, imponendo la chiusura anticipata della caccia. “A fronte del medesimo risultato, sottolinea l’assessore, la decisione assunta da questa amministrazione ha evitato l’inasprirsi dei rapporti istituzionali, nell’intento di avviare una costruttiva soluzione del problema”.

Soluzione che, mette nero su bianco l’assessore,  presuppone un approccio costruttivo al fine di impegnare i ministeri dell’ambiente e delle politiche agricole a farsi carico di un aggiornamento dei dati sulla fauna selvatica in possesso degli Uffici comunitari e quindi delle linee guida emanate dall’Ispra sulle specie cacciabili.“Auspico, conclude l’assessore , che si vogliano abbandonare le sterili polemiche, che in passato hanno portato alla frammentazione del mondo venatorio e che oggi rischiano di indebolire il rapporto tra cacciatori ed istituzione regionale. Dobbiamo tutti comprendere che il problema che dobbiamo affrontare insieme è ben più grande e impegnativo, in quanto sono molte le specie cacciabili sotto osservazione da parte dell’Unione Europea”.

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