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Cronaca Montebelluna

Campobasso: scoperta oggi una targa in ricordo dei profughi Montebellunesi

Nella piccola città di Oratino, in Molise, è stata presentata oggi una lapide dedicata ai profughi montebellunesi della prima Guerra mondiale. Un ricordo importante e commovente

MONTEBELLUNA E' stata scoperta nella giornata di sabato 31 marzo, su volontà dell'amministrazione comunale di Oratino, cittadella molisana vicina a Campobasso, una lapide dedicata ai profughi montebellunesi della prima Guerra mondiale.

L'inaugurazione è stata preceduta da un convegno, e si è concretata nello scoprimento di una lapide stessa alla presenza del sindaco di Oratino, Luca Fatica, e del sindaco di Montebelluna, Marzio Favero accompagnato dall'assessore Maria Bortoletto nella piazza Giordano, la principale della cittadina. Si tratta di una vicenda bella e poco nota che ha interessato 320 montebellunesi. Tra questi anche un bimbo di due anni, nato nel 1916, di nome Pietro Fasan, che poi divenne sindaco di Montebelluna. A riportare alla luce questa vicenda sono stati gli studi dello storico di Montebelluna, Lucio De Bortoli, che, esaminando i documenti in archivio e le destinazioni dei profughi montebellunesi, dell'intero comprensorio furono oltre 5000, si è accorto che un numero cospicuo era stato destinato a Oratino.

L'arrivo dei profughi montebellunesi, tra l'altro, avvenne esattamente il 31 marzo 1918, allora Giorno di Pasqua. Dall'analisi documentale è emerso che, a seguire i profughi moralmente, fu il monsignor Dal Colle che sottolineava le condizioni di estrema povertà del luogo di accoglienza ma anche della buona predisposizione degli oratini ad assistere i sopravvenienti. Spiega il sindaco, Marzio Favero: “Ringrazio Lucio De Bortoli per aver creato questo collegamento ideale e morale nell'anno del Centenario della Grande Guerra con la comunità di Oratino perché la buona accoglienza offerta rappresenta un caso positivo a fronte di diversi altri inserimenti rivelatisi meno felici. Non dobbiamo guardare al 1917/1918 con gli occhiali dell'oggi. Se le élite borghesi avevano elaborato nell'800 la visione di una patria unita, per gli strati popolari il concetto di Italia era ancora vago, come ha scritto lo storico Antonio Gibelli, contadini e operai provenienti da tutta Italia si scoprirono fratelli nel fango e nel sangue delle trincee ed ebbero paura del nuovo Stato che li mandava a morire e che sacrificava in così gran numero. Questo sentimento di fratellanza non poteva essere provato in modo così immediato da popolazioni che non avevano gli strumenti culturali per capire cosa stesse accadendo perché si vedevano arrivare in casa in condizioni già economicamente difficili persone estranee che parlavano spesso una lingua diversa. E' proprio per questo che il caso di Oratino è così interessante anche sul piano morale. Ho voluto ringraziare, come sindaco di Montebelluna, il sindaco e la città di Oratino per aver voluto dedicare una lapide in memoria nella piazza principale per ricordare una pagina di storia che ha visto intrecciarsi tra loro le fila umane delle nostre due comunità. E' un modo diverso per vivere le commemorazioni del Centenario della Grande Guerra ricordando, fra le altre cose, quel lontano evento fu per i veneti una guerra totale che coinvolse anche i civili.

Ho proposto al sindaco Luca Fatica di stringere un gemellaggio per mantenere vivo questo ricordo prezioso sottratto dall'oblio. Ringrazio il sindaco anche per la grande umanità e cordialità con cui ci ha ricevuto perché ci ha voluto portare a vedere la passione di Campobasso”. Aggiunge Lucio De Bortoli: “Sono andato ad Oratino due anni fa invitato dall’amministrazione che aveva trovato di grande interesse i dati emersi nel volume Montebelluna, Società e guerra, nel quale davo conto anche del profugato prodotto dal conflitto. Ho potuto quindi riportare, nel quadro del bel convegno organizzato ad Oratino e alla presenza di tanti cittadini, i risultati dello scavo archivistico e i quadri generali del profugato trevigiano. Ricordo ancora con grande piacere lo straordinario affetto che gli amici di Oratino, dal sindaco Luca Fatica allo storico Dante Gentile Lo Russo, ci hanno manifestato (era con me anche l'amico Stefano Fasan, figlio di quel Pietro Fasan, profugo a due anni e che diventerà sindaco della città nel secondo dopoguerra). In tale occasione, il sindaco manifestò l'intenzione di dedicare ai profughi di Montebelluna un'intitolazione pubblica ed è stato di parola. Trovo l'iniziativa assolutamente splendida, a dimostrazione che i fiori possono veramente spuntare dai cannoni e la solidarietà dimostrata dai molisani un secolo fa è la prova tangibile di una coscienza nazionale faticosamente costruita ma raggiunta. Non ho potuto presenziare all'evento, ma sono presente con lo spirito e il pensiero. L'incontro è solo rimandato, comunque: quest'estate passerò senz'altro a salutare gli amici di Oratino”. Conclude il sindaco di Oratino, Luca Fatica: “Abbiamo voluto fortemente questo evento per ricordare una pagina di storia nazionale sconosciuta ai più tanto che probabilmente siamo gli unici ad avere intrapreso questo percorso commemorativo. Lo spirito dell'iniziativa è quello di riabbracciare idealmente la comunità di Montebeluna per ricordare questo gesto di solidarietà dei nostri concittadini. Ora la speranza è che questo legame possa tradurci in un gemellaggio tra le due città e le rispettive comunità”.

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