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Cronaca

Rischio sismico in Veneto, gli esperti: "Screening degli edifici"

La Foiv, a fronte delle ultime scosse: "Servono incentivi dallo stato per un'analisi sugli edifici storici. Prevenzione è la parola chiave"

TREVISO Dalla fine di aprile ad oggi la terra continua a tremare. Da nord a sud della penisola, più volte, in un mese di maggio particolarmente caldo con temperature sopra la media, e l’Italia resiste. Senza citare il sisma che il 19 aprile ha colpito il Nepal, dove nei giorni scorsi è stata registrata un’altra fortissima scossa, che ha causato migliaia di morti. Se lo stesso giorno una scossa di magnitudo 3.6 della Scala Richter è stata avvertita nelle Eolie e di 3.1 nella Marsica, se l’11 maggio a Cuneo se n’è verificata una di 1.3, a Montebelluna il giorno seguente alle 4 del mattino una scossa di magnitudo 3.5 è stata avvertita in tutta la provincia. Il terremoto più forte degli ultimi trent’anni – sostengono gli esperti – ma in linea con i movimenti sismici che periodicamente si registrano sulla faglia del Montello.

E a fronte della seconda scossa registrata intorno alle 7.30 di venerdì mattina con epicentro a Vidor (LEGGI), si torna a parlare di sicurezza, ma soprattutto di prevenzione antisismica. “Non è l’evento sismico in sé la prima causa di mortalità – spiega Gian Pietro Napol, presidente della Foiv (Federazione Ordini Ingegneri del Veneto) -, ma i crolli dovuti ad edifici costruiti senza adeguata attenzione”. Un modo per dire che ora più che mai è necessaria un’analisi accurata dei territori nei quali si andrà a edificare. “Ciò significa progettare e costruire secondo i criteri antisismici – continua Napol -. Abbiamo proposto alla Regione e alle associazioni di categoria uno screening delle condizioni degli edifici esistenti, propedeutico alla valutazione della vulnerabilità sismica e alla definizione degli interventi da realizzare per la mitigazione del rischio”.

In Veneto alcune zone hanno una pericolosità sismica chiaramente più elevata. “Soprattutto la fascia pedemontana che dal Cansiglio arriva all’alto Vicentino e al Veronese. Queste zone – continua il presidente della Foiv - sono state dichiarate sismiche di seconda categoria (il più alto grado della Regione Veneto fin dal 1982)”. La criticità più grande è costituita da infrastrutture ed edifici storici che hanno inevitabilmente perso resistenza. “Servirebbero a questo punto – conclude Napol - incentivi fiscali da parte dello stato affinchè i proprietari di questi immobili  possano farsi carico  di una prima verifica  di vulnerabilità sismica, in modo tale da riscontrare eventuali criticità particolarmente rilevanti ai fini della sicurezza e della salvaguardia della vita”.

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