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Cronaca San Polo di Piave

Testamento olografo dichiarato nullo: assolto dall'accusa di falso perché non è più reato

Sotto accusa un 50enne di San Polo di Piave: aveva presentato a un notaio la foto di un immobile con una frase in cui il proprietario lasciava la casa a "Sandro"

SAN POLO DI PIAVE Assolto perché il falso in scrittura privata non è più previsto dalla legge come reato. Ma A.D., residente a San Polo di Piave e difeso in aula dall'avvocato Luigi Fadalti, potrebbe avere ancora dei guai con la giustizia per la stessa vicenda che riguarda un testamento olografo dichiarato nullo con cui avrebbe ereditato da Luigi De Giusti un immobile del valore di circa 500 mila euro.

Il giudice Piera De Stefani, nel pronunciare la sentenza di assoluzione, ha anche accolto le richieste della parte civile, rappresentata dagli eredi di Luigi De Giusti con l'avvocato Aloma Piazza, secondo cui pur sapendo della nullità del testamento avrebbe continuato a sostenere di essere il legittimo destinatario di quell'immobile. Il giudice ha quindi inviato gli atti del procedimento al pm per procedere contro Donadon per il reato di tentata truffa. Serviranno dunque nuove indagini per capire se l'ipotesi sia fondata o se il caso si chiuderà con una richiesta di archiviazione, mettendo di conseguenza la parola fine alla vicenda.

Il fatto incriminato, per cui A.D. è stato assolto, risale al 13 dicembre 2013 quando l'uomo aveva presentato a un notaio, per il deposito e la pubblicazione, una fotografia di un immobile (l'abitazione di Luigi De Giusti) su cui veniva riportata la frase “2-2-2006 La casa è di Sandro” e la firma “Luigi”. La Terza Sezione civile del Tribunale di Treviso, nel giugno scorso, aveva stabilito che quel testamento olografo era “inesistente giuridicamente”. Esaminate le argomentazioni delle parti (A.D. contro gli eredi De Giusti), i giudici avevano stabilito che “il documento (la fotografia) non è qualificabile come negozio giuridico mortis causa”. I giudici, in quell'occasione, oltre a dichiarare la nullità del testamento avevano anche deciso di condannare Donadon a pagare 14mila euro di spese a due eredi De Giusti, e 12mila 500 euro ad altri quattro eredi.

A ciascuno dei sei, infine, era stato disposto un ulteriore versamento di 3mila euro (sentenza contro cui i legali di Donadon hanno deciso di presentare appello). Dopo quella pronuncia, in piedi rimaneva l'accusa di falso in scrittura privata per cui i giudici civili si erano dichiarati incompetenti. Sul fronte penale A.D. è stato dichiarato innocente.

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