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Cronaca Montebelluna

Trafficavano sostanze dopanti a livello internazionale: madre e figlio finiscono in manette

I due, lei 60enne e lui personal trainer 35enne, gestivano un commercio di ricette false e farmaci dopanti del valore di decine di migliaia di euro. Nei guai, con loro, anche 65 persone finite tra gli indagati

Due arresti e 65 indagati per traffico internazionale di sostanze dopanti. Questo il bilancio di una importante operazione chiamata "La paesana" svolta nella giornata di ieri dai carabinieri Nas di Treviso e Agrigento che hanno dato esecuzione a due misure cautelari, richieste della Procura di Treviso, nei confronti di due soggetti di cui uno si trova ora in carcere e l'altro agli arresti domiciliari. Dopo articolate indagini, infatti, il giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Treviso ha ritenuto i due gravemente indiziati nei reati di illecita importazione e commercializzazione sul territorio nazionale di medicinali vietati (tra cui il noto "nandrolone"), così come anche di somministrazione e commercializzazione di medicinali scaduti o imperfetti, oltre che di falsificazione di prescrizioni mediche, esercizio abusivo della professione sanitaria ed assunzione di farmaci vietati.

Traffico internazionale di sostanze dopanti

Nel dettaglio, si tratta di madre e figlio, Pietro Munisteri personal trainer 35enne e Anna Maria Taormina bidella 60enne, entrambi residenti a Montebelluna ma originari di Agrigento e con precedenti di polizia alle spalle. L'indagine era iniziata a dicembre 2019 a seguito dell'invio ricorrente di false prescrizioni mediche "bianche" non ripetibili presso numerose farmacie trevigiane, tanto che ben presto è stato rilevato un importante commercio illecito di ingenti quantitativi di medicinali con azione anabolizzante e stimolante e vietati dalla normativa antidoping in quanto purtroppo spesso utilizzati anche in ambito sportivo.

Le indagini hanno poi permesso, nel marzo dello scorso anno, di sorprendere i due principali indagati mentre stavano tentando di spedire prescrizioni mediche "bianche" per l'acquisto di prodotti farmaceutici con principi attivi a base di ormone della crescita. Durante la successiva perquisizione domiciliare i carabinieri hanno potuto dunque sequestrare: farmaci dopanti (tra cui 800 confezioni e 14.275 fiale sfuse, di cui 103 di nandrolone) per un valore di  55mila euro; ricette false; 42.150 euro in contanti quale provento dell'attività illecita: numerosi flaconi in vetro vuoti o contenuti in un liquido non meglio identificato e altri recanti etichette di varie preparazioni verosibilmente farmacologiche; 5 plichi già pronti per la spedizione e contenenti prodotti steroidei; un listino prezzi con tutti i prodotti in vendita, appunti con i nomi e le utenze telefoniche dei clienti e anche bonifici esteri.

Secondo la ricostruzione dei militari, madre e figlio (arrestati ad Agrigento ed ora in carcere a Gela) gestivano dunque in maniera evidente un illecito commercio di prodotti farmaceutici ad azione dopante, il tutto utilizzando false ricette mediche o tramite fornitori stranieri pagati con money-transfer o con versamenti su conti correnti esteri. Inoltre, i prodotti venivano rivenduti in primis a bodybuilders in tutta Italia, con spedizioni postali riferite e mittenti e/o destinatari fuorvianti, anche perché gli stessi indagati producevano e commerciavano persino falsi prodotti farmaceutici utilizzando nomi di brand inventati con etichette stampate in autonomia ("Medical Pharma" e "Dunning Labs" su tutti).

In ogni caso, nel complesso sono state indagate 65 persone tra cui figurano anche: i gestori di una tipografia dove venivano stampate le false ricette mediche e le etichette adesive per il confezionamento dei medicinali contraffatti; il titolare di una farmacia e ben 47 acquirenti  (di cui 12 stranieri) residenti in 37 province, per lo più bodybuilders tra i 20 ed i 53 anni. In totale sono stati quindi sequestrati farmaci per un valore complessivo di 103mila euro (1.428 confezioni e oltre 15.800 tra fiale, compresse, blister e 130 boccette di nandrolone). Inoltre, grazie alla cooperazione di polizia Europol, è stato poi possibile ricostruire alcune rotte internazionali di provenienza dei farmaci acquistati via chat e social network, individuando in tal modo diversi cittadini stranieri (soprattutto tra Bulgaria, Grecia ed Ucraina) che erano destinatari di rimesse di denaro estere o di plichi di materiale. Un "gioco" questo che ha permesso ai due arrestati, tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, di trasferire all'estero ben 38mila euro ricevendo in cambio 31 spedizioni di medicinali a fronte dell'invio di 281 spedizioni verso 125 clienti in tutta Italia.

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