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Cronaca

Veneto Banca, il 20 per cento dei crediti erano deteriorati

All'udienza di oggi del processo a Vincenzo Consoli , lunedì 24 maggio, ha deposto l'ispettrice di Banca d'Italia che ha partecipato alla seconda ispezione sulla ex popolare di Montebelluna, secondo cui le pratiche di affidamento venivano decise dal consiglio di amministrazione, controllato dall'ex amministratore delegato

Il 20 per cento del portafogli crediti era composto da rapporti che si erano deteriorati e la banca li teneva in "bonis" attraverso pratiche poco ortodosse , come il rifinanziamento, l'ammortamento dilazionato o contratti "bullet" ( il pagamento della quota interessi e capitale alla fine naturale del periodo di concessione del prestito o mutuo) che facevano solo apparire che il cliente ottemperava ai suoi obblighi, quando invece era diventato moroso. Lo ha detto Sonia Ragnini, ispettore di Banca d'Italia che ha partecipato alla seconda ispezione cui è stata sottoposta Veneto Banca, quella andata avanti dall'aprile all'agosto del 2013. La Ragnini ha deposto nel corso dell'udienza odierna, lunedì 24 maggio,  del processo all'ex amministratore delegato dell'istituto di credito Vincenzo Consoli, accusato di ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto.

Secondo la deposizione dell'ispettore di Bankitalia più che il merito creditizio, in molti casi, valeva la reputazione del cliente. «Così - ha detto - molte aziende decotte riuscivano a trovare credito in Veneto Banca perché la persona era "nota" alla direzione». Molte di queste aperture trovavano però un'ostacolo nei giudizi negativi del personale preposto al controllo dell'erogazione di credito. «Ma si trattava - ha ripetuto - di pratiche che venivano approvate direttamente dal consiglio di amministrazione che non poneva mai problemi e che dipendeva in larga parte dal Consoli». Tra gli affidamenti una parte importante riguardava grandi aziende che investivano in vere e proprie speculazioni finanziare nel mercato immobiliare, che esponevano la ex popolare a enormi rischi.

La testimonianza è stata duramente contestata dal legale di Consoli, l'avvocato Ermenegildo Costabile, che ha in particolare messo il dito sugli accantonamenti addizionali cui Veneto Banca venne costretta a causa della percentuale di crediti a rischio riscontrati nel corso dell'ispezione. 

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