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Cronaca

Maltratta e umilia la compagna, 39enne finisce a processo

L'uomo, residente a Treviso, rimanda però la mittente tutte le accuse: secondo la sua versione la denuncia sarebbe il risultato di un procedimento particolarmente in sede civile promossa dalla donna per il riconoscimento degli alimenti

«Zingara, bastarda, sei una madre di m...» e poi botte. Con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della compagna dalla quale si sta separando è finito sul banco degli imputati un 39enne di Treviso. L’uomo sottoposto anche alla misura cautelare del divieto di avvicinamento, sarebbe peraltro coinvolto in un altro procedimento, questa volta di fronte al giudice civile, per il riconoscimento degli alimenti nei confronti della donna dalla quale ha avuto un figlio.

Il 39enne si è sempre professato innocente e accusa la donna di averlo denunciato solo per il mancato accordo sulla cifra che dovrebbe essere versata ogni mese: «E' lei ad avermi aggredito, mi metteva le mani addosso regolarmente anche per motivi futili, come ad esempio quando invitavo degli amici a casa e giocavo con loro ai videogiochi».

La storia risale al 2018 ma sarebbe proseguita. Il 39enne avrebbe conosciuto la compagna, una donna di origine straniera ed era cominciata una relazione dalla quale è nato anche un bambino. Da subito – pare – il rapporto tra i due era diventato conflittuale tanto da provocare da parte dell’imputato quello che la procura ha definito come «un regime di vita penoso per lei e anche per il figlio». «Ti faccio fuori, ti mando in coma» di questo tenore sarebbero state le espressioni che le avrebbe riservato, condite con atti denigratori, umiliazioni e violenze (che non sono mai state refertate), come ad esempio un calcio sferratole all'addome alla viglia di Pasqua del 2022) alla presenza del figlio minore.

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