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Cronaca

Donna ritrovata morta sul Piave, secondo l'autopsia potrebbe trattarsi di omicidio

Il cadavere di Anica Panfile è stato rinvenuto domenica 21 maggio su una ansa del fiume, sotto un viadotto a Spresiano. L'esame autoptico, che ha scartato l'ipotesi dell'annegamento, ha messo in luce invece alcuni colpi alla testa che sarebbero stati inferti con un corpo contudente

Anica Panfile, la donna 31enne trovata morta da un pescatore domenica scorsa 21 maggio a Spresiano al di sotto di un viadotto sul Piave, potrebbe essere stata uccisa. Questo l'esito dell'autopsia condotta oggi, 24 maggio, dall'anatomopatologo Antonello Cirnelli sul cadavere della giovane, scomparsa il 18 maggio al termine del turno di lavoro ad Arcade. Sul testa di Anica sarebbero stati rinvenuti infatti traumi multipli che sarebbero da ricondurre ad un corpo contundente. Quello che è certo é che non sarebbe annegata.

Starebbe insomma prendendo corpo l'ipotesi dell'omicidio e venendo meno quella del suicidio, una pista che sembrava aver guidato il lavoro degli inquirenti fino a questo momento e rafforzato da alcuni episodi passati della vita della giovane donna, che aveva già vissuto dei momenti di fragilità che l'avevano portata ad allontanarsi da casa senza dire nulla e che erano coincisi con la manifestazione di intenti suicidi. Ma la ragazza, madre di quattro figli - tra cui una bimba piccola di tre anni - non risulta essere mai stata in cura presso una struttura psichiatrica né che abbia seguito un percorso di tipo psicologico.

Nella giornata di giovedì scorso Anica sarebbe stata a lavorare ad Arcade. Avrebbe svolto regolarmente il suo lavoro e poi però non è più tornata a casa. Nel primo pomeriggio il compagno non l'ha vista rientrare: ha lasciato trascorrere alcune ore, provando a telefonarle e attendendola nella loro abitazione. Ma le chiamate sono cadute nel vuoto. Allora si era presentato in via Cornarotta a Treviso al comando dei carabinieri per denunciare la scomparsa. La 31enne si sarebbe spostata utilizzando i mezzi pubblici: e allora come è arrivata sul luogo in cui è stata ritrovata la salma e il cellulare, che aveva agganciato una cella a Spresiano e poi più nulla?

La Panfile viveva a Treviso con il compagno, un italiano di 58 anni, ex autotrasportatore, che era anche il padre della figlia più piccola, che viveva con la donna nella casa popolare in cui circa un anno fa la donna si era trasferita da Via Pisa. Il pubblico ministero Valeria Peruzzo sarebbe quindi sul punto di cambiare il titolo del fascicolo, aperto in una prima fase a modello 45 (quindi senza reato né indagati) in omicidio volontario.

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