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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I poliziotti sloveni non lo riconoscono, assolto il "re dell truffe"

Ivan Baricevic era accusato ricettazione. Ci sono voluti 11 anni per arrivare alla sentenza di non colpevolezza durante un processo avviato in Slovenia ma che il giudice locale ha deciso venisse celebrato in Italia

I testimoni, alcuni agenti della Polizia di Stato Slovena, non sono stati in grado di riconoscerlo. E così Ivan Baricevic, il 32enne soprannominato "re delle truffe" è stato assolto dall'accusa di ricettazione perché il fatto non sussiste.

Ci sono voluti 11 anni per arrivare alla sentenza di non colpevolezza durante un processo avviato in Slovenia ma che il giudice locale ha deciso venisse celebrato in Italia. Più di dieci anni di pastoie burocratiche, opposizioni alle decisioni del tribunale e tentativi di avere a processo gli unici che potessero riconoscere Baricevic come l'autore di quello "sola" rifilata ad un compratore di auto sloveno, ovviamente ignaro di tutto.

La storia risale addirittura al 2006. Secondo l'accusa, originariamente stesa dal pm Iuri De Basi che contestava il reato di ricettazione e falso, il "re delle truffe" avrebbe venduto, fornendo tanto di documenti, una autovettura che in realtà era stata rubata a una società di leasing romena e al suo legittimo utilizzatore, un cittadino sempre romeno con la residenza a Roma.
All'atto della vendita Baricevic avrebbe fornito una carta di circolazione in realtà contraffatta, un certificato italiano di proprietà anch'esso contraffatto, redatto su un modulo in bianco che era stato rubato in provincia di Catania e una fattura di vendita, per un importo di 24 mila euro, risultata essere un grossolano falso. Quando la storia del furto alla società di leasing emerse Baricevic fu inchiodato dall'acquirente delle vettura, reclamata dal suo legittimo proprietario.

Il processo si spostò subito da Maribor, a Treviso. Durante una udienza vennero convocati dal collegio gli agenti di polizia che avevano effettuato l'identificazione di Baricevic ma in quella data non fu possibile celebrare il dibattimento a causa di un legittimo impedimento. Cosicché si andò avanti per anni attendendo la disponibilità degli agenti sloveni, che però non si presentarono mai.
Fu l'allora giudice presidente del collegio, Michele Vitale a rompere gli indugi e chiedere la rogatoria, circostanza a cui si oppose il legale di Baricevic, l'avvocato Andrea Zambon. «Che contraddittorio può esserci - argomentò Zambon - con un rogatoria? Meglio una video conferenza».

La richiesta del legale venne respinta. Ma al termine della deposizione per rogatoria degli agenti di polizia nessuno di loro fu in grado di riconoscere effettivamente Baricevic. «Manca la prova del delitto» ha argomentato quindi il nuovo collegio, presieduto da Leonardo Bianco. Che di fronte all'indeterminatezza dell'autore materiale della ricettazione non ha potuto che mandare assolto Baricevic.  

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