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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Vende auto sequestrata dalla polizia stradale, condannato a sette mesi di reclusione

L'episodio risale al novembre 2013 quando la polstrada di Belluno fermò una Chevrolet con targhe prova abusive e senza assicurazione. Il mezzo, guidato da un 40enne laziale, era di proprietà di un trevigiano

BELLUNO Nel “lontano” novembre 2013, una pattuglia della polizia stradale di Valle di Cadore, nel corso di un normale controllo, fermò un particolare veicolo Chevrolet munito di “targhe prova” di nazionalità austriaca, di proprietà di B.M., residente in provincia di Treviso e  condotto da D.G.V., quarantenne, di origine campane ma residente in Lazio. Nel corso dei controlli emerse che il mezzo risultava essere regolarmente munito di proprie targhe italiane, per cui, le targhe al momento esposte erano da considerarsi abusive, e che l'automobilista non aveva al seguito i documenti di circolazione e che era sprovvisto di assicurazione.

Sul posto, in base ai dati certi acquisiti, il conducente venne denunciato ed il veicolo sottoposto a fermo amministrativo e sequestrato. Tempo dopo, il conducente si presentò presso il Distaccamento di Valle di Cadore chiedendo l’affidamento del veicolo in questione al fine di custodirlo in altra sede ed in particolare in un paese in provincia di Treviso, rendendo noto anche il nome della strada ed il numero civico.

Un iniziale ricorso presentato dal 40enne venne respinto dal Giudice di Pace di Belluno nel mese di febbraio 2017, confermando, così, la validità dell’attività della polstrada. Ulteriori accertamenti eseguiti dal Distaccamento di Valle di Cadore, coordinati dal Comandante Ispettore Capo Elio De Mas, fecero emergere che il veicolo, nonostante i fermi amministrativi, fosse stato, nel frattempo, venduto ad un'altra, ignara persona residente in provincia di Padova.

La polstrada accertò che il numero civico della strada indicata da D.G.V. come luogo di deposito del mezzo, in realtà era inesistente. Per questo motivoil 40enne è stato nuovamente denunciato, in concorso con l’originario proprietario del mezzo, B. M., per numerose ipotesi di reato, che andavano dalle false dichiarazioni alla mancata osservanza degli obblighi gravanti sui custodi di beni sottoposti a fermi amministrativi. A conclusione della vicenda, il Tribunale di Treviso, con recente dibattimento ed emissione di decreto, ha condannato D.G.V. alla pena di mesi sette di reclusione ed alla multa di € 150,00, più il pagamento delle spese processuali.

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