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Cronaca

Cene lussuose e un'assunzione per il figlio, attesa la sentenza nei confronti di un finanziere

Vincenzo Corrado, alto ufficiale del Comando regionale della Guardia di Finanza, sospeso dal servizio, è atteso a Udine dalla lettura del dispositivo. L'uomo avrebbe addomesticato una verifica delle Fiamme Gialle in cambio di favori

Avrebbe avuto dei contatti che gli avrebbero consentito di "addomesticare" una verifica fiscale. In cambio avrebbe preteso cene in ristoranti di lusso e l'assunzione del figlio presso l'azienda. Oggi, 22 novembre, arriverà la sentenza (a Udine) per Vincenzo Corrado, l'alto ufficiale del Comando regionale della Guardia di Finanza, sospeso dal servizio, accusato di induzione illecita.

Corrado è già stato condannato a quattro anni (in primo grado) a Venezia perché avrebbe aiutato la veronese Cattolica Assicurazioni e la ditta veneziana Baggio Trasporti a uscire dai guai con l'Erario. Il colonnello delle Fiamme Gialle avrebbe incontrando più volte i vertici delle due società e dato loro consigli ottenendo in cambio soldi e regali, in particolare tre orologi Rolex di cui era appassionato. Il tribunale lagunare (che aveva anche condannato la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca a due anni e 3 mesi) aveva riconosciuto l’accusa di traffico illecito di influenze e collusione militare (reato specifico per i finanzieri) ma l’aveva invece assolto dall’accusa di corruzione. Difeso dall'avvocato Fabio Crea, Corrado avrebbe, in concorso con Massimo Nicchiniello (il procedimento nei suoi confronti è stato già archiviato) - già comandante del Gruppo tutela finanza pubblica della Tributaria di Udine - preso contatti sospetti con l’allora amministratore della “Burimec spa” di Buttrio, Pietro Schneider, a sua volta coinvolto per un’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità e che nel settembre 2019 ha patteggiato nove mesi di reclusione, sospesi con la condizionale.

La Procura friulana ipotizzerebbe il pagamento di "alcune cene in ristoranti di lusso" e soprattutto l’assunzione del figlio di Corrado alla Burimec prima che terminasse la verifica fiscale. Schneider, poi dimessosi dall’incarico a seguito dell’inchiesta, aveva pregato lo stesso Corrado, suo amico di vecchia data, di mettere una buona parola con i colleghi. In particolare l'imprenditore temeva che ci sarebbe potuto essere un approfondimento in merito ad una annotazione dalla Finanza.

Corrado, il cui figlio aveva trovato in effetti lavoro nella società e risulta tutt'ora impiegato, avrebbe sostenuto di poter "controllare la verifica" proprio in considerazione degli ottimi rapporti con Nicchiniello e che del controllo, che avrebbe potuto portare a ulteriori rilievi ed eventuali sanzioni, non c'era nulla di che preoccuparsi.

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