TREVISO Per la prima volta all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso è stato trattato un tumore cerebrale con IORT, la radioterapia intraoperatoria. Il paziente è un ottantenne, affetto da un meningioma di ampie dimensioni. Nell’ambito di un più complesso intervento che ha visto al lavoro anche un’equipe neurochirurgica, il trattamento radiante è stato eseguito dal dr. Fabio Ferrarese, direttore dell’unità di Radioterapia Intraoperatoria. Il paziente ha avuto un decorso senza complicanze. L’intervento è estremamente innovativo; fino ad oggi, infatti, la tecnica ha trovato principalmente applicazione nel tumore alla mammella.

“Ci siamo trovati a dover intervenire su un paziente anziano – spiega il dr. Fabio Ferrarese – affetto da un meningioma molto esteso della regione fronto temporale che non era suscettibile di asportazione radicale.  L’equipe neurochirurgica composta dal dr. Marco Moro, dr. Alessandro Fiorindi, il dr. Alessandro Boaro e l’anestesista dr. Enrico Bosco ha asportato in maniera tradizionale la parte vegetante del tumore, di ben 11 centimetri di diametro. Non essendo possibile rimuovere con la stessa metodica l’importante parte residua si è ritenuto di procedere con un trattamento radiante, posizionando l’acceleratore lineare ed erogando la radioterapia in una dose programmata con il dr. Davide Canonico della Fisica Sanitaria”.

Il trattamento è stato preceduto da uno studio accurato dell’estensione radiologica della neoplasia, favorito dalla collaborazione di non pochi professionisti raccolti nel gruppo interdisciplinare neuro-oncologico, attivo al Ca’ Foncello già da diversi anni. L’intervento, è anche il risultato della progettazione dell’Azienda Ulss 9 che negli ultimi anni ha investito più di 3 milioni di euro in macchinari di ultima generazione  presso il reparto di Radioterapia, diretto dal dr. Alessandro Gava.

“La metodica radioterapica consente di erogare la dose con estrema precisione direttamente sul residuo neoplasti non rimuovibile – aggiunge il dr. Ferrarese – prolungando la seduta operatoria di non più di 10 minuti. Già da diversi anni la utilizziamo per i tumori della mammella in fase iniziale ma per quanto riguarda le lesioni cerebrali è estremamente innovativa e di avanguardia. Ci risulta vi sia in letteratura un solo caso. Non è, infatti, standardizzabile perché richiede di adattarsi alle caratteristiche del tumore, conoscibili solo dopo che chirurgicamente è stata aperta la scatola cranica del paziente”.

“Mi congratulo con il dr. Ferrarese e tutti i professionisti della Neurochirurgia e della Radioterapia così come con gli anestesisti, i fisici sanitari ed il personale infermieristico e tecnico che hanno portato a termine per la prima volta nella nostra azienda un intervento così innovativo – sottolinea Francesco Benazzi, Direttore generale -. Hanno fornito una prova di elevatissima professionalità, preparazione e grande sinergia a favore del paziente”.