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Cronaca Vittorio Veneto

Odio razziale, denunciati quattro ultras del Treviso calcio

Lo scorso 25 aprile aggredirono un 43enne ed un 22enne, originari del Marocco, al termine della finale di Coppa Veneto che si disputò allo stadio "Barison" di Vittorio Veneto. Identificati dalla Digos una 40enne ed un 27enne di Treviso, un 38enne ed 46enne di Ponzano

TREVISO Lesioni in concorso con l'aggravante dell'odio razziale, minacce, danneggiamenti. Questi i reati per cui sono stati denunciati alla Procura di Treviso quattro ultras del Treviso calcio, protagonisti lo scorso 25 aprile di una brutale aggressione ai danni di due uomini marocchini di 22 e 43 anni, avvenuta di fronte alla figlioletta di quest'ultimo. L'episodio avvenne a Vittorio Veneto, all'esterno dello stadio "Barison" dove si svolse la finale della coppa Veneto di promozione tra il Treviso e l'Opitergina.

Ad essere identificati dagli investigatori della Digos della Questura di Treviso: un 27enne ed una 40enne di Treviso (unica donna del gruppo), un 38enne (unico denunciato anche per violenza privata) ed un 46enne di Ponzano Veneto (quest'ultimo l'unico a non avere nessun precedente alle spalle). L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, è partita dalla denuncia presentata dalle due vittime del pestaggio e da alcune fondamentali testimonianze. L'identificazione dei responsabili è avvenuta grazie alla visione delle immagini video che la polizia scientificà registrò il giorno della partita, a cui assistettero complessivamente circa 700 persone.

Nei giorni scorsi le abitazioni dei quattro indagati sono state perquisite dagli agenti della Digos: ritrovati e sequestrati gli abiti utilizzati dagli ultras durante il raid contro i nordafricani, convinti a denunciare quanto avvenuto dopo aver superato un iniziale e legittimo timore di essere bersaglio di eventuali ritorsioni. Ora per i protagonisti scatterà, nei prossimi giorni, il provvedimento del daspo, il divieto assoluto di assistere a manifestazioni sportive.

L'AGGRESSIONE Al termine della partita un gruppetto composto da sette/otto tifosi che avevano assistitito al match incrociano il 43enne e la figlioletta di 13 anni. Lui indossa la maglia della Juventus, lei quella del Real Madrid: tanto basta ad attirare l'attenzione dei "tifosi" che apostrofano l'uomo, italiano a tutti gli effetti e di origini marocchine, con epiteti razzisti. "Negro", "Negro di m..", "Mi son veneto": dicono i trevigiani. Dalle parole, nell'arco di pochi minuti, passano alle vie di fatto. Ad accendere la miccia è un marocchino di 22 anni che vive in un appartamento di un condominio nella zona: affacciandosi alla finestra di casa vede la scena, il connazionale in difficoltà, e gli chiede in lingua araba se abbia bisogno di aiuto. Il 43enne replica che è "tutto ok". Si sbagliava. Il 22enne scende dal palazzo e cerca di mettere in salvo il 43enne e la ragazzina ma i quattro supporter biancocelesti reagiscono in maniera violenta, aggrediscono fisicamente i magrebini e causano danni nell'androne del condominio (viene lanciato anche un vaso di fiori che solo casualmente colpisce il 22enne e non la 13enne, fortunatamente incolume). Il quartetto di ultras, preoccupati dall'imminente arrivo delle forze dell'ordine, si dileguano: agitando le cinture a mo' di frusta, e qualcuno addirittura con gesti minacciosi, con la mano a mimare lo sgozzamento.

I feriti sono stati accompagnati al pronto soccorso dell'ospedale di Vittorio Veneto. Il 22enne ha riportato un trauma al volto con la frattura delle ossa nasali e una lesione alla spalla destra, con una prognosi di 15 giorni. Per il 43enne sono stati 7 i giorni di prognosi per una escoriazione al cuoio capelluto e una contusione al torace. Infine due giorni di prognosi sono stati assegnati dai medici alla 13enne, fortemente sotto choc per aver assistito alla svilente scenda del padre picchiato da questi "tifosi".

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