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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sospettati di finanziare la Jihad, fermati al "Canova": era un falso allarme

Operazione della polizia di frontiera lo scorso 15 maggio. Protagonisti della vicenda due cittadini libici di 45 e 37 anni che dopo approfonditi controlli sono risultati essere in regola

TREVISO Erano sospettati di finanziare la Jihad attraverso il denaro ottenuto attraverso il traffico di vetture rubate e la falsificazione di patenti e carte di circolazione. Per questo motivo la polizia di frontiera dell'aeroporto "Canova", lo scorso 15 maggio, aveva sottoposto a fermo di polizia due cittadini libici di 45 e 37 anni. Gli stranieri erano giunti nella Marca con un volo proveniente da Iasi, in Romania. Entrambi sono stati trattenuti ma i riscontri investigativi hanno portato alla luce quello che si è rivelato essere, fortunatamente, un falso allarme. I nordafricani sono risultati completamente estranei ai sospetti inizialmente rilevati dalla polizia.

Lo scorso 8 aprile la polizia di frontiera aveva arrestato anche un albanese di 44 anni: l'uomo ha tentato di imbarcarsi su un volo diretto a Dublino con una carta d'identità italiana intestata ad un cittadino italiano su cui lo straniero aveva sistemato la sua foto. Stessa sorte per un pakistano di 34 anni che il 25 aprile era in partenza alla volta di Londra: anche in questo caso il documento d'identità, rilasciato dal Comune di Milano, era palesemente contraffatto. Arrestato il 29 aprile, sempre per lo stesso motivo, un 28enne afghano che stava per imbarcarsi a bordo di un volo diretto verso la capitale inglese. La carta d'identità, esibita e spacciata per la propria, era stata rilasciata dal comune di Arzignano.

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