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Cronaca

Detenuto tenta il suicidio in carcere, muore dopo quattro giorni di agonia

L'episodio è avvenuto nella casa circondariale di Santa Bona a Treviso, struttura in cui il 50enne si trovava recluso da inizio marzo: avrebbe dovuto scontare una pena fino ad inizio 2025. Lunedì sera l'uomo, residente nella Marca, si è spento all'ospedale Ca' Foncello

Si è spento lunedì sera nel reparto di rianimazione dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dopo una lenta agonia, durata almeno quattro giorni. Non ce l'ha fatta il detenuto trevigiano di 50 anni che la scorsa settimana aveva tentato il suicidio mentre si trovava recluso nel carcere di Santa Bona. L'uomo è entrato nella casa circondariale nel marzo scorso per scontare una pena (un cumulo per reati comuni) che avrebbe terminato di scontare solamente nel 2025. Giovedì scorso la terribile decisione di farla finita: ha approfittato che i compagni di cella si allontanassero, per l'ora d'aria, e una volta rimasto solo si è impiccato, con una piccola corda che aveva ricavato da una vecchia borsa della spesa. Quando il 50enne è stato trovato in cella, già privo di sensi, le sue condizioni sono apparse fin da subito molto gravi. In carcere sono intervenuti medico e infermieri del Suem 118 che hanno rianimato il 50enne, trasportandolo d'urgenza al nosocomio trevigiano. Sulla tragedia, di cui è stata informata la Procura di Treviso, sarà avviata un'indagine interna alla struttura carceraria.

«È morto oggi il detenuto che quattro giorni fa ha tentato il suicidio nel carcere di Santa Bona» ha commentato la parlamentare trevigiana Rachele Scarpa (PD) «Nell’attesa che vengano fatti i dovuti approfondimenti sulla dinamica del fatto credo che sia doveroso inquadrare questa vicenda nel quadro complessivo, devastante, del tema della qualità della vita e della tutela della salute mentale delle persone detenute. Ogni anno i numeri preoccupanti dei suicidi in carcere e i rapporti di autorevoli associazioni come Antigone confermano una realtà diffusa in tutta Italia: il sistema penitenziario è in profonda sofferenza, e il tema ormai è strutturale. A pagarne il prezzo sono le persone detenute, così come spesso il personale penitenziario, che meriterebbero dalle istituzioni più ascolto e maggiore dignità».

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