Libero dopo la rapina, aggredisce con un coltello un volontario della Caritas
Il 35enne bengalese, protagonista dell'assalto all'internet point di lunedì scorso, è stato nuovamente arrestato mercoledì sera da polizia e carabinieri: ora si trova in carcere. Il gip Marco Biagetti gli aveva imposto solo l'obbligo di risiedere nel comune di Treviso (dove è ospitato a casa di un conoscente) e di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria
Dopo la rapina di lunedì mattina all'internet point di via Zenson, a pochi passi dallo stadio Tenni, e l'arresto da parte degli agenti delle volanti della polizia, ieri, 22 marzo, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Treviso, Marco Biagetti, aveva imposto nei confronti di un bengalese 35enne, Osain Mohamed Sharif, protagonista dell'episodio, solo l'obbligo di risiedere nel Comune di Treviso (dove è ospitato a casa di un conoscente) e di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Poche ore dopo, nel tardo pomeriggio, lo straniero, un richiedente asilo, si è reso protagonista di un altro grave episodio: attorno alle 19, ha infatti aggredito, senza motivo, un volontario della Caritas che si trovava all'ingresso della zona dedicata alla mensa, e lo ha ferito alla gola con una roncola di una lunghezza di 21 centimetri. Sul luogo dell'aggressione è intervenuta una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Treviso.
Il 35enne, rintracciato poco dopo nella zona del parcheggio dell'Appiani (dove avrebbe fatto resistenza all'arresto da parte di un agente delle volanti) dopo una breve fuga, è stato bloccato, nuovamente arrestato e accompagnato in carcere a Santa Bona. In uno zainetto aveva ancora l'arma usata per l'aggressione. Il volontario, un 40enne, è stato soccorso dal Suem 118 e trasportato in pronto soccorso per le medicazioni del caso: ha riportato una ferita alla gola non grave, guaribile con qualche giorno di prognosi.
Molto amareggiato Don Davide Schiavon, direttore della Caritas: «Mentre le persone stavano entrando questa persona ha aggredito un volontario che regolamentava l'afflusso in mensa e con un oggetto contundente lo ha ferito: la persona usufruisce da tempo dei nostri servizi, lo avevamo già segnalato con varie mail a Questura e Ulss (in particolare al Csm, il centro di salute mentale ndr) ma non abbiamo avuto risposte. Provo profonda amarezza, queste situazioni vanno affrontate in maniera più risolutiva, è facile che si arrivino a queste situazioni se non vengono controllate».
«La Procura aveva richiesto il carcere ma questa misura non è stata accordata ddal Gip»: così si è limitato a dire il Procuratore capo della Repubblica di Treviso, Marco Martani, commentanto l'episodio.
«Noi stiamo dalla parte dei cittadini che non riescono a capire il perchè delle cose, perchè questa persona fosse in libertà, il perchè questa persona è stata lasciata agire un'altra volta, addirittura stavolta aggredendo due persone, un agente di polizia e un volonario della Caritas. Sono quelle cose per cui poi i cittadini ti fermano per strada e francamente perdono la fiducia nei confronti delle istituzioni. Da una parte c'è la'mministrazione comunale e le forze dell'ordine che danno il massimo per cercare di garantire la sicurezza e intervengono tempestivamente, dall'altra poi c'è una giustizia che rilascia dopo poche ore queste persone e li mette nelle condizioni di poter agire, esattamente come purtroppo è successo. E' una cosa che grida vendetta, sono dalla parte dei miei cittadini che si chiedono il perchè in Italia succedono queste cose»: ha detto laconico e molto rammaricato il sindaco di Treviso, Mario Conte.
Il comunicato congiunto di Questura e Arma dei carabinieri
Ieri, verso le 19, presso la mensa della Caritas di via Venier di Treviso, mentre era in corso la distribuzione dei pasti serali, un operatore è stato aggredito per futili motivi da uno degli ospiti della struttura che si trovava in fila con altri commensali. L'uomo ha attinto alla gola l'operatore con un oggetto acuminato, al momento non rinvenuto, e si è quindi dileguato facendo perdere momentaneamente le proprie tracce. Soccorso dai sanitari del 118 l'operatore è stato medicato in ospedale e successivamente dimesso con svariati giorni di prognosi. Tempestivi accertamenti sul grave episodio da parte dei Carabinieri della Compagnia del Capoluogo intervenuti in loco hanno consentito di identificare il presunto autore del gesto nel 35enne di origini bengalesi già tratto in arresto dalla Polizia di Stato per la rapina perpetrata nei giorni scorsi in danno di un phone center di Treviso e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Diramata la nota di ricerca a tutte le forze di polizia, gli operatori delle Volanti della Questura hanno rintracciato il bengalese in zona Appiani, ma lo stesso, alla vista dei poliziotti, ingaggiava una breve colluttazione, arrivando persino a colpire uno di essi con una violenta spallata, tentando di darsi alla fuga; immediatamente raggiunto, veniva bloccato dagli operatori di polizia, che riuscivano ad assicurarlo nell’autovettura di servizio nonostante lo stesso continuasse a scalciare e a sferrare pugni nella loro direzione. Una volta condotto presso gli uffici della Questura, lo straniero, irregolare sul territorio, veniva sottoposto a perquisizione personale, che dava esito positivo. Nella tasca dei pantaloni, infatti, veniva rinvenuta una roncola di 21 centimetri, probabilmente la stessa precedentemente utilizzata per l’accoltellamento. Il poliziotto colpito, per i dolori percepiti, era costretto a ricevere le cure mediche del Pronto Soccorso, da dove veniva dimesso con una prognosi di alcuni giorni. Per i fatti occorsi, il 35enne veniva arrestato per resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale, denunciato per il possesso ingiustificato del coltello e condotto, su disposizione dell’A.G., presso la Casa Circondariale di Treviso. All’immediata identificazione e rintraccio del soggetto tratto in arresto si è giunti grazie alla consolidata ed efficace collaborazione tra le forze di polizia che operano sul territorio.