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Cronaca

Foto osè chieste a due tredicenni, arbitro di basket a processo

L'uomo, oggi 36enne e che vive a Treviso, avrebbe stretto una relazione con due ragazze, a cui avrebbe chiesto foto intime. Una ha chiesto aiuto al centro ascolto della scuole media che frequentava, che poi ha sorto la denuncia

Adescamento di minore e pornografia minorile. Sono queste le accuse che la competente Procura di Venezia muove a un 36enne residente a Treviso,  arbitro di basket amatoriale, colpevole secondo quanto scoperto dagli investigatori, di aver chiesto ad una ragazzina, al tempo dei fatti solo 13enne, foto osè. Non solo: nel cellulare del giovane, perquisito una volta scattata la denuncia, sono state trovate immagini "proibite" di un'altra tredicenne, ritratta in biancheria intima e persino nuda. Sono questi gli elementi fondanti il processo in corso a Treviso nei confronti dell'uomo e che il 22 giugno arriverà all'epilogo. Il pubblico ministero aveva chiesto per ben due volte l'archiviazione, dal momento che solo la prima ragazza, nel 2014, aveva sorto la querela ma tra i due, in effetti, non c'era stato alcuno scambio di ritratti indecenti. Ma alla fine il gup aveva deciso per l'imputazione coatta.

Nell'udienza di oggi, martedì 20 aprile, hanno deposto proprio le due ragazze. «In quel periodo - ha spiegato la prima, quella che le foto le ha mandate ma che non si è costituita - attraversavo un brutto periodo a causa del divorzio dei miei genitori. Lui (riferito all'ex arbitro, che era anche un accompagnatore di una squadra di basket femminile aperta ai disabili) mi ha fatto "conoscere" un tale, poco più grande di me, che sarebbe stato un atleta del Basket Venezia. Gli ho mandato le foto che voleva, forse ho trovato in lui una sorta di sfogo per i miei problemi personali, poi quando ho deciso che era ora di dire basta sono stata ricattata: mi disse che le immagini che avevo scambiato con lui le avrebbe rese pubbliche. Io sono che era l'arbitro di basket, una volta mi ha detto che sapeva degli scambi via sms che aveva con "l'altro" ragazzo».

L'altra giovane ha raccontato, non senza qualche momento di forte emozione, come sia stata avvicinata in occasione di uno scontro verbale, sempre sui campi di basket,  che aveva avuto con una avversaria. «Mi ha spiegato che non lo dovevo fare, mi ha fatto tutto un discorso sui valori del basket che mi hanno affascinato. Poi le nostre conversazioni sono andate oltre, io sentivo che era sbagliato quello che mi chiedeva e ho pensato che fosse colpa mia, mi vergognavo. Gli ho fatto avere la foto di una amica, una compagna di scuola che aveva una foto-profilo di Whatsapp in biancheria intima, poi però gliene ho parlato.  Alla fine mi sono fatta aiutare dal centro di ascolto della scuola, che alla fine ha avvisato i miei genitori e ha fatto denuncia. Lui mi ha seguito per anni, anche sul posto di lavoro che avevo trovato durante l'estate. E' stato un vero incubo".

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