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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cimici nella casa, 55enne alla sbarra con l'accusa di stalking

L'uomo, originario di Lecce, è accusato anche di lesioni aggravate nei confronti di una 32enne di origine straniera, con cui aveva avuto una relazione da cui è nato un figlio

Percosse, appostamenti e persino cimici audio per ascoltare le conversazioni una volta uscito di casa. Sono queste le accuse che hanno portato a processo un 55enne, originario di Lecce ma residente a Treviso. Stalking e lesioni personali aggravate le imputazioni di cui deve rispondere nel processo iniziato oggi, lunedì 11 gennaio, di fronte al giudice Leonardo Bianco.

La vittima è una donna di 32anni, di origine straniera, con cui il 55enne ha intrattenuto a lungo una relazione, da cui nel 2013 era nato anche un bambino. La storia risale al 2018. La ex convivente decide, a causa del comportamento dell'uomo, di interrompere la relazione. Lui  però, evidentemente scosso dalla gelosia, non accetta le decisioni delle donna. A febbraio, mese in cui "ufficialmente" la coppia interrompe la convivenza, inizia la campagna persecutoria: minacce, anche di morte, telefonate e sms ingiuriosi, appostamenti  e soprattutto botte, che il leccese infligge all'ex compagna in più di una occasione.

Inizialmente la donna sporge denuncia, poi per il "quieto vivere", in attesa che lui lasci l'appartamento in affitto a Treviso, in cui viveva anche la sorella del 55enne, restano sotto lo stesso tetto per quanto separati in casa. La situazione precaria va avanti fino al giugno dello stesso anno ma nel frattempo l'uomo avrebbe cercato, con i propri comportamenti, di svilire l'autostima della donna.

«Guardate, questa è la t... di Treviso» commenta in un video, fatto con il telefonino. che riprende la madre del figlio mentre fa la doccia. «Smettila di parlare di me, non serve che tu dica alla tua famiglia come stanno le cose» è invece il contenuto delle telefonate che, una volta andatosene, fa alla ex. Che trova, dietro ad un mobile, una cimice con la quale l'uomo ascoltava tutto quello che lei diceva.

Delle aggressioni c'è la prova, che consiste in vari accessi al pronto soccorso, in cui le viene diagnosticata la distrazione del rachide cervicale, oltre a varie escoriazioni al collo e varie ecchimosi. Nei confronti del 55enne scatta anche un provvedimento del gip di Treviso, che lo sottopone alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla vittima. Ma l'uomo non demorde e continua a pedinare la sua vittima fuori dal lavoro e fino a casa. Scatta così la seconda denuncia, che porta il leccese a processo
   

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